“Spera e agisci con il Creato”: è questo il tema scelto per la XXI edizione della Festa del Creato, che si terrà sabato 21 settembre negli spazi della parrocchia della SS. Trinità a Mestre (in via Terraglio 74/c).
Promossa dal gruppo pastorale per gli stili di vita con la collaborazione del Consiglio locale delle Chiese cristiane, della parrocchia della SS. Trinità, del circolo Laudato si’ di Marghera e della comunità Laudato si’ di Venezia, la giornata si aprirà sabato 21 alle ore 10 con un forum.
Dopo il pranzo, la Festa proseguirà con una passeggiata guidata nel Giardino della Vita, realizzato dalla comunità parrocchiale della SS. Trinità. Quindi, alle 15, alcuni giovani presenteranno il progetto di ecologia integrale, che nel maggio scorso ha compiuto il suo primo ciclo, coinvolgendo una dozzina di scuole nel Veneto (e non solo).
Al termine, alle ore 17, si pregherà insieme, secondo le modalità della preghiera ecumenica. L’evento si completerà domenica 22 con la recita del Vespro secondo il rito cristiano ortodosso, alle ore 17 nella chiesa ortodossa Copta di Campalto.
Durante il pomeriggio alla Festa del Creato interverrà il Patriarca Francesco che su Gente Veneta propone questa riflessione:
«Da oltre vent’anni la Festa del Creato è un appuntamento che segna la vita della nostra Diocesi e nel quale la Chiesa si incontra e cammina con tutti gli uomini di buona volontà. Abbiamo fatto nostro, da tempo, quanto Papa Francesco chiede nell’enciclica “Laudato si’”, ossia un “dialogo con tutti per cercare insieme cammini di liberazione” (n. 63).
Il tema scelto per l’appuntamento di quest’anno e fissato per il 21 settembre prossimo – “Spera e agisci con il creato” – ci aiuta a collocarci nel cammino ecclesiale verso il Giubileo che il Santo Padre aprirà nel mese di dicembre 2024.
Papa Francesco ci invita ad essere “pellegrini di speranza” (Bolla di indizione del Giubileo ordinario 2025 “Spes non confundit”, n. 1), consapevoli che “la speranza nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce” (n. 3). Dobbiamo, infatti, tornare a rivolgere il nostro sguardo al Signore Gesù ed imparare a guardare il creato con i suoi occhi e secondo il Suo sguardo: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre… Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 26.33).
Oltre ad attingere la speranza nella grazia di Dio, siamo oggi chiamati a riscoprirla anche nei segni dei tempi che il Signore ci offre per scrutarli e “interpretarli alla luce del Vangelo” (cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione pastorale “Gaudium et spes” n. 4). Si, come comunità cristiana, che incontra e cammina insieme a tutti gli uomini, abbiamo la responsabilità di offrire una speranza fondata su Gesù Cristo che si trasformi in segni concreti, senza mai cadere nell’ideologia (Bolla di indizione del Giubileo ordinario 2025 “Spes non confundit”, n. 9). Facciamo, allora, più attenzione al tanto bene che è nel mondo, segno della misericordia di Dio, e lavoriamo assieme per contribuire al bene di tutti.
Riflettere e lavorare con gli altri per nuovi stili di vita è un primo passo nel cammino di conversione richiesto a chi desidera essere discepolo del Signore Gesù. La scelta della riconciliazione di fronte ai torti subiti, la gioia di donare la vita generando figli, la riabilitazione di chi ha sbagliato e si trova in carcere, la cura degli ammalati e della vita fragile (i bambini non ancora nati, i malati, soprattutto coloro per i quali non vi è più aspettativa di guarigione), l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, la passione per l’educazione dei giovani, l’uso dei beni e la cura della giustizia sociale… sono tutti segni concreti di speranza che Papa Francesco ci invita a porre in essere, frutto di stili di vita che nascono dal Vangelo e particolarmente opportuni e significativi in questo anno giubilare!
Guardiamo, con umiltà, anche ai piccoli ma importanti passi che la nostra Chiesa veneziana ha proposto con coraggio in questi anni: l’attenzione alla povertà mediante il Fondo San Nicolò e il Fondo San Matteo, l’accoglienza dei rifugiati a Casa San Raffaele, la cura della vita mediante l’opera di Casa Famiglia San Pio X, i progetti formativi per i giovani nella parrocchia di Ol Moran in Kenya), il nuovo ambito della lotta alla povertà energetica anche mediante la Comunità energetica solidale diocesana, l’uso dei fondi dell’otto per mille per la riqualificazione energetica dei patronati e degli altri immobili pastorali. Molti altri ancora sono poi i segni che, assieme, vogliamo e possiamo porre, se solo siamo capaci – con libertà – di vederli e di ringraziare assieme il Padre del Cielo.
Cari amici, facciamo nostro lo sguardo libero di Gesù Cristo per riconoscere l’infinita bellezza di Dio e lodarlo con le parole che ci suggerisce il Santo Padre: “Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature, che sono uscite dalla tua mano potente… prendi noi col tuo potere e la tua luce, per proteggere ogni vita, per preparare un futuro migliore, affinché venga il tuo Regno di giustizia, di pace, di amore e di bellezza” (Papa Francesco, Lettera enciclica “Laudato si’”, n. 246)».