La peregrinato delle spoglie di San Pio X è stata innanzitutto il ritorno dell’antico Patriarca a Venezia che, per circa dieci anni, guidò quella comunità, di cui ancora oggi si respira il suo attuale messaggio.
“O vivo o morto ritornerò”: così disse ai veneziani il card. Sarto .
E ciò avvenne nella primavera del 1959 quando Papa Roncalli, già patriarca di Venezia, diede il suo assenso.
Ora, il nuovo ritorno si prefigge di rinnovare la memoria di un santo pontefice che ha segnato con il suo ministero sacerdotale ed episcopale le terre venete.
Negli interventi dei diversi momenti liturgici del patriarca Francesco Moraglia è emersa la profondità di un pontificato che non ha seguito le mode teologiche , i pensieri fluttuanti che fanno vacillare la barca di Pietro oppure la scelta di privilegiare le realtà organizzative ecclesiali rispetto alla centralità di Cristo, morto e risorto, e della sua Chiesa.
Un pontificato che si rivelerà coraggioso.
Eppure, il Card. Giuseppe Melchiorre Sarto, pur privo di titoli accademici, nel conclave complicato e complesso del 1903 è stato eletto Papa.
Un conclave non esente da colpi di scena poiché il candidato che stava raccogliendo i maggiori consensi era il Card. Mariano Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato, al quale il cardinale Puzyna, arcivescovo di Cracovia, pose il veto dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe.
Dunque, una vicenda umana che, come accade nei crocevia della storia, si serve di atti discutibili per tracciare un percorso assolutamente imprevedibile.
Cosicché, questo pastore che aveva dato prova di vicinanza al clero e ai laici sia a Mantova che a Venezia si ritrova a capo della chiesa universale con uno stile distante dalle sottigliezze della curia romana.
Intuì, tuttavia, che questo fronte non poteva restare scoperto e, appena eletto, lo affidò alle sicure mani del pro-segretario di Stato Rafael Merry del Val, creato subito cardinale segretario di Stato.
Papa Sarto non ebbe titubanze o timori nell’affrontare il modernismo teologico che, agli inizi del secolo scorso, cercava di far collimare il messaggio cristiano con l’uomo moderno che si determinava, in maniera individualista, con le scienze sperimentali.
Una visione ben lontana dal riformismo cattolico che, anzi, ne rappresentava un vero e proprio capovolgimento rispetto al progetto di Chiesa di Papa Pio X , teso a recuperare il senso della storia, peraltro in un periodo in cui la perdita del potere temporale e la “Questione romana” ponevano ulteriori dubbi e interrogativi.
Una sfida con l’obiettivo di riformare la Chiesa, partendo dalla redazione del catechismo non più “ad parochos”, ma per tutti gli strati sociali, inventando la “actuosa participatio” alla liturgia che arriverà al Vaticano II.
Uno sguardo attento al mondo, in repentino cambiamento , sulla soglia della prima guerra mondiale che non vide soltanto perché la morte lo colse alcuni mesi prima.
Restava fondamentale per questo santo pontefice l’integrità della dottrina cattolica, muovendosi tra la spinta riformatrice ed il fedele ancoraggio alla Tradizione, in cui trova posto anche la riforma del diritto canonico.
A ben guardare, un pontificato che contiene alcune assonanze con il presente che ci rassegna una acuta demarcazione tra tradizionalisti e progressisti, di cui l’assemblea sinodale, a pochi giorni dalla sua conclusione sul tema della sinodalità, vede pubblicata “La Lettera al Popolo di Dio” di Papa Bergoglio con cui viene indicata una “comunione missionaria” per includere i lontani e fornire risposte alle povertà emergenti, perché la vocazione della Chiesa “è annunciare il Vangelo, non concentrarsi su sé stessa”.
San Pio X, innamorato di Cristo, testimoniava ai preti questo stretto legame con un linguaggio chiaro, diretto, immediato, convincente, distante “dall’ecclesialese”, come evocato dal Patriarca Moraglia.
Come allora, anche oggi, la preoccupazione pastorale dei Romani Pontefici riguarda la crisi della Fede che il Magistero affronta con strumenti diversi: Papa Sarto con le riforme nella cornice teologica della dottrina; Papa Francesco, da ultimo, con il Sinodo sulla sinodalità per incontrare Cristo nelle periferie, nella porta accanto.
Michele di Bari