La croce è la logica di Dio. Lo ha ripetuto più volte il Patriarca Francesco, che sabato 24 sera ha guidato la Via Crucis diocesana dei giovani.
A Mestre, dalla chiesa di San Girolamo i tanti giovani convenuti dalla Diocesi hanno poi raggiunto a piedi, camminando con la croce e dietro alla croce, il Duomo di San Lorenzo. Qui mons. Moraglia ha offerto la sua meditazione: «La croce è la logica di Dio, è l’amore infinito di Dio, che si traduce nel dare la vita anche per chi lo rifiuta, anche per chi lo deride».
È il più grande gesto di amore, di riconciliazione e di perdono: «Il nostro perdono è perciò una prova significativa del nostro essere discepoli del Crocifisso, il nostro perdono è solo un mettere i nostri piedi dietro ai piedi del Signore, perché la croce è il grande perdono di Dio agli uomini. E allora ciascuno di noi è cristiano quando imita Cristo nel perdono e mette in pratica ciò che Lui ci ha detto di pregare: “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Questa è la logica della croce».
La logica della croce è anche verità: «Quando nella vita di un uomo o di una donna manca la verità, manca la condizione fondamentale perché l’amore sia e non diventi una bugia. Il sacramento della riconciliazione inizia da un atto di verità umile: Signore, ho peccato, perdonami. Perciò il discernimento di fronte a situazioni di peccato non è abbassare il Vangelo al nostro livello, ma è alzare la vita da noi tradita all’amore vero del Vangelo, alla verità caritatevole del Vangelo».
La croce è quindi – ha proseguito il Patriarca – «la verità dell’amore, è l’amore che dice la verità. In questo senso la croce è luogo di liberazione, perché se nulla temiamo e se abbiamo la forza di chiedere al Signore di aumentare la nostra fede, allora la nostra vita cambia, risulta sanata, riconciliata, benvoluta, gioiosa… E non c’è più la preoccupazione di piacere agli altri, di essere benvoluti dagli altri, di essere cercati dagli altri…».
La croce, logica di Dio, è dunque il luogo dove si genera la Risurrezione: «Quando affrontiamo dei momenti di sofferenza – ha concluso il Patriarca Francesco – pensiamo che in quel momento la salvezza si sta costituendo, si sta realizzando, sta crescendo… Avere uno sguardo cristiano sulla croce vuol dire aver messo a posto il tassello centrale del mosaico della bellezza, della gioia, della giustizia, della misericordia e della solidarietà».