Una persona affidabile, matura, con il compito specifico di legare il servizio all’altare eucaristico alla vita di ogni giorno.
È il profilo del diacono secondo il Patriarca Francesco. Sabato 12 mons. Moraglia ha fatto visita ai diaconi permanenti, che in Casa Maria Assunta a Cavallino tenevano le proprie giornate di formazione.
Al centro della riflessione del Patriarca la figura e l’identità del diacono, a partire da come esse si sono configurate nella Chiesa degli inizi: «Quando San Paolo parla delle caratteristiche dell’episcopo e del diacono, allora ancora non ben distinte, parla di persone mature, stimate dalla comunità, capaci di governare la propria famiglia. Cioè persone che hanno dato buona prova di sé e che perciò nella comunità hanno guadagnato la candidatura a un servizio da svolgere a favore della comunità stessa».
L’affidabilità, quindi, come prima prerogativa del diacono, allora come oggi: «La grazia, d’altronde, suppone la natura: questa è una regola fondamentale della rivelazione cristiana. Vuol dire che la ragione, la volontà, il sentimento, l’affettività, la memoria, la salute… fanno da base per qualcosa di più. Se non c’è una componente umana affidabile, manca il substrato per un completo atto di fede». (G.M.)
(Un servizio più ampio e completo nel nuovo numero di Gente Veneta, in distribuzione da giovedì 17 settembre)