Una terapia per ripristinare la comunione fra gli uomini. Esiste e ha le sue “medicine”: una di queste è la scomunica, inaugurata da San Paolo proprio con la funzione di mezzo “terapeutico” per arrivare a ripristinare la comunione.
È una delle sottolineature fatte dal Patriarca nell’omelia della Messa celebrata oggi pomeriggio nel santuario della Madonna di Valverde, in provincia di Catania.
Il santuario, il più antico della Sicilia orientale, è la tappa pomeridiana del pellegrinaggio partito stamattina dall’aeroporto Marco Polo di Tessera e diretto in Sicilia. Vi partecipano 36 tra sacerdoti e seminaristi, sotto la guida del Patriarca Francesco.
Nella mattinata il gruppo dei veneziani ha visitato l’Etna, fino a giungere a 2500 metri di quota. Oggi pomeriggio, appunto, la sosta della preghiera al santuario della Madonna di Valverde. La tradizione dice che quasi mille anni fa, nel 1038, cioè nell’ultimo periodo della dominazione araba in Sicilia, un viandante di nome Egidio, proveniente da Catania era diretto ad Aci. Passando per Vallis Viridis venne assalito da un brigante, di nome Dionisio. Una volta depredato il malcapitato, Dionisio stava per ucciderlo quando si udì una voce: «Dionisio, deponi quell’arma… e cessa questa vita di brigantaggio». La voce viene tradizionalmente attribuita alla Madonna. Il brigante non solo si fermò, risparmiando la vita al povero malcapitato, ma addirittura si convertì.
«Il Signore – ha proseguito mons. Moraglia nella sua meditazione – chiede all’uomo di saper usare bene la ragione, perché quella cristiana non è una fede cieca».
Il Patriarca ha poi chiesto di vivere l’atteggiamento di Giovanni sotto la croce: ha invitato cioè «a prendere Maria tra le nostre cose. Perché Lei è la prima mediatrice di grazie, essendo colei che ha generato Gesù, la Grazia per eccellenza».
Prima della benedizione il Patriarca ha ricordato che il Concilio Vaticano II insegna che all’interno dell’unica mediazione di Cristo c’e quella materna di Maria (Cfr. LG 62). Ha poi, assieme ai sacerdoti e ai seminaristi, affidato a Gesù attraverso Maria i presenti affinché ciascuno possa rispondere alla propria vocazione sull’esempio del Signore.
La preghiera è terminata con un ricordo affettuoso del Santo Padre Francesco.
(con la collaborazione di Giovanni Carnio)