«Nella nostra società si possono prendere due scorciatoie sbagliate: la legge per la legge, il legalismo; oppure la libertà del fare quello che si vuole. La Polizia di Stato ci dice che la libertà è il frutto di una legge che opera per il bene comune».
Lo ha detto il Patriarca nell’omelia pronunciata stamattina, nella chiesa di Santa Maria di Lourdes a Mestre, in occasione della festa di San Michele, santo patrono della Polizia.
Dopo aver salutato agenti e dirigenti, mons. Moraglia ha rivolto loro la sua riflessione, partendo dal motto della Polizia stessa: «Sub lege libertas, il vostro motto è breve ma onnicomprensivo. E dice che la legge ci permette di abitare, di convivere sapendo che c’è un limite da rispettare per il bene di chi sta vicino a me e della collettività».
Un patrimonio di civiltà, questo, che va trasmesso: «Dobbiamo educare i nostri giovani – ha proseguito il Patriarca Francesco – ad un’obbedienza libera e ad apprezzare il valore della legge anche quando chiede qualcosa di non comodo o gradito…».
In questo senso anche il ringraziamento complessivo rivolto da mons. Moraglia: «Diciamo oggi grazie ad un’istituzione, agli uomini e alle donne che la rappresentano… La Polizia di Stato, prima di tutto, è vicina ai cittadini, accompagna, fa sicurezza, interviene, previene e contrasta. E questo richiede equilibrio, professionalità e molta umanità, al di là delle capacità tecniche».
(con la collaborazione e le foto di Alessandro Polet)