«Questa sera, in cui Venezia si tinge del rosso del sangue di tanti perseguitati, voi giovani contribuite a squarciare il velo pesante che l’indifferenza depone nelle coscienze. Ricordate: l’indifferenza è virus mortale!».
È il concetto che il Patriarca Francesco sottolinea più volte durante la meditazione che offre ai 1300 fra ragazze e ragazzi che, nella serata di martedì 20 novembre, hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano.
Ritrovatisi in piazza San Marco, sono arrivati dinanzi alla basilica della Salute. E qui il Patriarca si è rivolto loro: «Quest’anno, il vostro pellegrinaggio – in sintonia col recente Sinodo – assume un significato tutto particolare: chiamarvi a responsabilità; oggi facciamo memoria, nella preghiera, di quanti soffrono persecuzione e danno la vita per non tradire la loro fede in Gesù. I cristiani perseguitati nel mondo oggi sono milioni».
Mons. Moraglia ha letto le parole che Papa Francesco ha indirizzato a tutti i partecipanti al pellegrinaggio: «Papa Francesco è presente con un suo affettuoso saluto rivolto a quanti partecipano “…al pellegrinaggio diocesano promosso dal Patriarcato e dalla Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma di tanti cristiani perseguitati a motivo della loro fede…”. E il Papa auspica che la provvida iniziativa susciti una doverosa attenzione da parte di tutti al grave problema delle discriminazioni che i cristiani subiscono in tante parti del mondo».
Perché sì – rimarca mons. Moraglia – «l’indifferenza è origine di tutti i mali! L’indifferenza è strada all’intolleranza e alla persecuzione! L’indifferenza sta all’origine di ogni fallimento… Anche di un progetto educativo e in tal caso, Dio non voglia, potrebbe essere il fallimento di un’intera generazione».
Il tema dell’indifferenza e del pericolo che rappresenta è stato centrale nella riflessione del Patriarca: «L’indifferente non si spende, non fa argine, non oppone resistenza, non sa nemmeno se c’è qualcosa per cui valga dare se stessi, tanto meno dare la vita, lasciando soli i perseguitati. L’indifferenza, alla fine, cari ragazzi, è la vigliaccheria che fa male a chi la porta dentro di sé! E’ l’indifferenza che permette di esistere ai bulli, agli speculatori, ai mafiosi. L’indifferenza, poi, è sempre la strada più comoda».
A dire, però, che il mondo e anche le nostre città sono ricche di persone che sanno andare oltre l’indifferenza, l’osservazione centrale: «Cari ragazzi, con la vostra partecipazione numerosa e convinta ci dite che questa sera, l’indifferenza qui è sconfitta. Continuate ad essere motivo di speranza».