La pace, l’augurio più grande. Ma anche il frutto del lavoro quotidiano, dell’impegno feriale dei singoli e di una comunità.
Il Patriarca Francesco offre questo auspicio la mattina di mercoledì 5 assai presto, quando alle 6.30, celebra la Messa per i lavoratori di Veritas, nella sede direzionale dell’azienda a Campalto. Una liturgia in cui, oltre all’eco dell’evento della sera prima (il concerto dei The Sun, vedi articolo in Gente Veneta in distribuzione da giovedì 6 aprile), sono al centro i temi del lavoro e della comunità. La comunità, in particolare, nel caso dei lavoratori di Veritas e dell’area di Campalto, è il segno di una continuità operosa e di un costruire insieme, anche nella fatica, un edificio comune.
«Il Vangelo più grande – è la riflessione del Patriarca nell’omelia – è la comunità che vive il Signore e si converte. Ed è bello che la comunità non sia legata solo a noi ma anche a chi ci ha preceduto e a chi ci seguirà. Far parte della Chiesa, d’altro canto, vuol dire far parte di una compagnia. Anche etimologicamente “compagnia” richiama l’espressione latina “cum pane”, che significa dividere il pane, che è l’alimento fondamentale e anche l’Eucaristia.
Da ciò – e proprio pensando alla continuità dell’impegno cui il lavoro e la comunità chiamano, l’augurio pasquale del Patriarca agli operatori di Veritas: «Vi auguro e mi auguro la pace. Perché la pace è possibile. Ed è vero che la pace è il risultato di una battaglia, di un combattimento, del fare per davvero i conti con se stessi; ma è anche vero che la pace è il risultato dell’impegno feriale, quotidiano di tanti».