«Dare importanza ai piccoli, indicare loro cose grandi anche quando sono piccoli, dare loro la gioia di fare il bene». È l’insegnamento che il Patriarca suggerisce ad educatori e genitori per far sì che i bambini e i ragazzi siano valorizzati, così come il Vangelo insegna, e, al tempo stesso, siano aiutati a cogliere e imparare che cos’è bene.
Mons. Moraglia parla nell’omelia della Messa celebrata a Chiampo, mercoledì 1° maggio, nel corso della gita che ha coinvolto un grande numero di chierichette e chierichetti da tutta la diocesi.
Ricorda che è la Parola di Dio a suggerire l’importanza di chi è più giovane: «Padre – dice Gesù – ti ringrazio perché queste cose le hai tenute nascoste ai sapienti del mondo e le hai rivelate ai piccoli».
E piccoli, non solo d’età, ma di condizione sociale, economica e culturale sono coloro ai quali vengono rese note le cose più importanti. Il Patriarca ricorda Bernadette, cui la Madonna a appare e parla a Lourdes; e ricorda i tre pastorelli di Fatima.
Il suggerimento che ne consegue è chiaro: «È importante fare capire a bambini e ragazzi – rimarca mons. Moraglia – che il bene non è solo qualcosa che facciamo agli altri, ma qualcosa che plasma, dà forma e scolpisce il bene dentro di noi».
Ed esemplifica, rivolgendosi ai chierichetti: «Il bene potete cominciare a farlo domani, tornando in classe e stando vicino ad un compagno lasciato solo, a cui nessuno parla. Se in due o tre ci avviciniamo a chi è deriso o emarginato dagli altri, nella classe le cose cambiano. E così si aiuta forse anche chi, per esempi che ha ricevuto, tratta male gli altri».