“Dio c’entra con la mia vita”. Si è svolta eri sera, mercoledì 22 giugno, ai Santi Apostoli una serata di preparazione della Festa delle Famiglie con il Patriarca Francesco. Una serata di dialogo e di confronto. “Se dovessi dire quale è il messaggio fondamentale di questo incontro mondiale delle famiglie – indicava il Patriarca dialogando con gli sposi, ieri sera – direi che è questo: Dio c’entra con la mia vita. Quello che ci identifica come cristiani è proprio questo, Dio entra nella nostra vita al punto da farsi uomo. Ho sentito dire che la vocazione nasce e cresce a partire dalle vicende quotidiane, ma dico anche che la vocazione nasce dall’ascolto della Parola di Dio. Vi chiedo questo: quale è il vostro ascolto della Parola? Ogni libro della Scrittura ha dei messaggi fondamentali, sono parole che illuminano i nostri passi”.
L’incontro è stato organizzato dal parroco, mons. Raffaele Muresu, in occasione del suo giubileo sacerdotale e poi allargato a tutti come inizio della Giornata Mondiale della famiglia con la presenza dello stesso Patriarca. Inizialmente era pensata come occasione per offrire, oltre alla celebrazione liturgica della Messa, anche un momento di riflessione per i giovani e le famiglie sul tema della vocazione. Così è stato. Dopo un saluto di don Raffaele, la lettura del Vangelo in cui Gesù domanda ai suoi discepoli di passare con la barca all’altra riva – “così è ogni vocazione: l’invito ad andare oltre il vivere la vita per noi stessi ma rispondendo ad una chiamata, questo a volte ci fa incontrare la fatica di affrontare un mare che sono i nostri limiti e le nostre resistenze, ma anche qui la vece del Signore è potente e noi sperimentiamo il suo amore e la fede in Lui” così lo ha introdotto don Raffaele, ricordando che tale citazione evangelica era contenuta anche nella liturgia della sua ordinazione sacerdotale.
Ad aprire il momento di dialogo e di reciproca testimonianza vocazionale, secondo lo stile suggerito dal Cammino Sinodale, questa preghiera: “Ti preghiamo per i bambini e i giovani, affinché possano incontrarti e rispondere con gioia alla vocazione che hai pensato per loro; … Signore, fa che ogni famiglia possa vivere la propria vocazione alla santità nella Chiesa come una chiamata a farsi protagonista dell’evangelizzazione, nel servizio alla vita e alla pace, in comunione con i sacerdoti ed ogni stato di vita. Benedici l’Incontro Mondiale delle Famiglie. Amen”.
Intonati così da queste parole sono state offerte due testimonianze: quella di un sacerdote, don Kahrol, proveniente da Varsavia ma incardinato ora nella diocesi di Trieste che studia da quest’anno allo IUAV e nei giorni feriali è perciò qui a Venezia, e di una coppia della parrocchia impegnata nella formazione dei fidanzati e dei giovani, Daniele ed Elena, che si sono aperti al dono della vita ed hanno ora dieci figli.
Don Kahrol ha raccontato come dietro la sua ed ogni vocazione c’è Dio che si incontra nelle persone, per lui nel suo parroco e in una famiglia della sua parrocchia, e nella Parola di Dio. Ha confidato alla fine la sua contentezza di essere prete nonostante la sua diffidenza iniziale a questo mondo e ha protestato la sua convinzione che è prete perché lo vuole e la volontà di Dio è la sua gioia.
La terza testimonianza, quella di Daniele ed Elena Bandini ha messo in luce la bellezza di un matrimonio come vocazione che aiuta a mettere da parte le proprie proiezioni per accogliere se stessi e l’altro come Dio vuole e diventa così una strada di santità perché Dio è al centro. Non è vero, come dice Fedez, che la Chiesa non ha nulla da dire sul matrimonio, al contrario c’è una sapienza profonda che dona gioia. Questo dona una gioia grande al matrimonio. C’è bisogno però di avere l’amicizia di presbiteri, di fratelli nella fede in cui si è vista la potenza di Dio nelle loro crisi anche di matrimonio, dell’ascolto della Parola di Dio. Anche il dono di ciascun figlio è un piccolo combattimento ad uscire dalla propria comodità per mettersi a servizio della vita che è Dio. Elena ha ricordato l’importanza di essersi preparati a questa vita attraverso un fidanzamento casto che mette in gioco la profondità di amore del rapporto della coppia. Ha approfondito anche il tema dell’educazione dei figlio, amati uno ad uno dal Signore. Educare per loro significa donare la fede.
Doveva essere proposta anche una terza testimonianza quella di una famiglia della Diocesi, Anna e Cipriano Colledan, genitori di un sacerdote mancato nel 2000 (don Cristiano): nella preparazione dell’incontro era emerso come questa vocazione è stato un grande dono anche per loro che avevano visto il figlio uscire da un periodo di tristezza e di insoddisfazione ed entrare in seminario veramente contento. Il suo breve ministero e la sua malattia pur portando una tempesta per lui e per loro è stata una vera scuola di fede: “anche per noi è stato duro vederlo soffrire, ma la fede ci ha sostenuto e lo fa anche oggi. Noi sappiamo che Cristiano è vivo in Cristo e ancora oggi ci aiuta e aiuta tanta gente” avevano confidato a don Raffaele.. Purtroppo il Covid ha impedito loro di essere presenti.
Ha concluso la serata la parola del Pastore, il Patriarca: “Se dovessi dire qual è la sintesi di questa serata direi: Dio c’entra con la mia vita! Tante religioni dicono che Dio esiste ma la nostra afferma che Egli entra nella nostra vita: il Figlio di Dio si è fatto uomo. Ci sono certamente le tempeste ma la Parola di Dio ci aiuta. Educare per una famiglia cristiana – ha concluso – è insegnare a pregare. Quello che ci identifica come cristiani è proprio questo, Dio entra nella nostra vita al punto da farsi uomo. Ho sentito dire che la vocazione nasce e cresce a partire dalle vicende quotidiane, ma dico anche che la vocazione nasce dall’ascolto della Parola di Dio. Vi chiedo questo: quale è il vostro ascolto della Parola? Ogni libro della Scrittura ha dei messaggi fondamentali, sono parole che illuminano i nostri passi ”.
Al termine dell’incontro la consegna della Lettera del Patriarca Francesco e l’invito a partecipare all’incontro di domenica prossima all’Istituto Salesiano della Gazzera con la presentazione di figure sante della famiglia e la Messa solenne che sarà presieduta dallo stesso Patriarca. L’invito è stato proposto da Alvise e Barbara Davanzo, incaricati dal parroco di far parte della Commissione preparatoria della Pastorale familiare per la zona di Venezia.