Il giubileo d’argento lo ricorda il logo preparato per l’occasione. La parrocchia Saint Mark di Ol Moran ha già compiuto 25 anni il 1° gennaio scorso. Ma all’inizio dell’anno civile è difficile dare il giusto risalto a una ricorrenza così. E poi il traguardo merita più di una festa flash: è bello gustarlo a lungo. Senza contare l’opportunità di sfruttarlo per un cammino di crescita comunitaria.
Tutti motivi che possono spiegare la scelta del parroco don Giacomo Basso di “spalmare” durante l’anno diversi momenti che aiutino a ricordare i passi fatti, mostrando tutta l’importanza del collaborare insieme. E che permettano di approfondire il valore di quello che si sta facendo e vivendo. La festa avrà tra poco il suo clou: il 30 aprile, primo sabato dopo il santo patrono. Il 25, infatti, è un giorno speciale per la Chiesa e la missione di Venezia; da strappare alla normalità del calendario nazionale.
Si terrà, dunque, una celebrazione solenne; la presiederà il vescovo di Nyahururu, mons. Joseph Mbatia. Oltre a lui, don Basso ha invitato dall’Italia il suo predecessore, don Giovanni Volpato, che inaugurò la missione nel 1997, rimanendovi fino al 2008. E i cappellani passati di qua fino ad oggi. A loro si aggiungono tutti i fedeli delle tante cappelle sparse nella vasta parrocchia. Precisa don Basso: «Dopo il pontificale di mons. Mbatia, ci saranno alcuni interventi ufficiali di saluto e scambio di auguri. E il lancio di un progetto per quest’anno: la costruzione di un palco esterno permanente, una piattaforma di cemento di piccole dimensioni, dietro la chiesa, che guarderà verso il campo, con relativa tettoia. Servirà per celebrazioni ed eventi, anche non liturgici, di richiamo. Intanto sarà posata la prima pietra. A suo tempo, a inizio luglio, indiremo una giornata di raccolta fondi».
Il 30 aprile si festeggiano altre significative ricorrenze dell’anno: in particolare i 20 anni di presenza delle suore Ancelle della Visitazione e i 10 di ordinazione episcopale di mons. Mbatia. La festa parrocchiale, come detto, è pensata dentro un percorso di preparazione: «Per questo – chiarisce don Basso – durante la Quaresima abbiamo formulato e presentato nelle varie cappelle un messaggio di due parole: ringraziamento e benedizione. Ringraziamo il Signore degli anni sin qui trascorsi e invochiamo la benedizione di Dio su quelli a venire». Così passato e futuro sono abbracciati in uno sguardo di fede. Durante le domeniche di Quaresima è stato portato, nelle cappelle, un messaggio sulla festa. «I prossimi mesi di maggio e giugno, poi, procederemo alla benedizione delle famiglie, sempre per cappelle».
L’ultima iniziativa di rilievo sarà a inizio novembre: un “giubileo dei matrimoni”: più matrimoni celebrati assieme. Non è una novità. «Alcune coppie sono sposate solo in modo tradizionale: manca il sacramento. In questo modo, pensiamo di aiutare chi è un po’ incerto, e non ha ancora pensato bene se sposarsi in chiesa, o comunque sposarsi». Qui il nuovo palco cascherà… a pennello.
Giovanni Carnio