Basilica gremita, stamattina, per i funerali di mons, Antonio Meneguolo. Cattedrale colma in ogni posto e almeno una settantina di sacerdoti a concelebrare la liturgia delle esequie, presieduta dal Patriarca Francesco.
«Esercitare il ministero tra queste mura, costruite per custodire le spoglie dell’evangelista Marco, era per lui un vero dono», sottolinea il Patriarca in un passaggio dell’omelia.
Di mons. Meneguolo, docente, arcidiacono di San Marco e Procuratore, è stato ricordato il grande attaccamento alla chiesa Cattedrale e la sua conoscenza di ogni dettaglio dell’edificio e del suo straordinario contenuto: «Per lui – ha detto ancora mons. Moraglia – la Basilica ogni momento doveva essere occasione di catechesi, cioè per far risuonare la fede in Gesù attraverso il bello, l’attraente, lo splendore. Perciò San Marco, per don Antonio, era strumento per annunciare il Vangelo anche al visitatore distratto».
Al termine del rito il ricordo letto al microfono da Alvise Busetto (nella foto qui a sinistra), marmista, in rappresentanza delle maestranze della Procuratoria marciana.
Poi il feretro è uscito da San Marco e, in processione guidata dal Patriarca, è stato condotto verso rio della Canonica e caricato su un’imbarcazione, in direzione del cimitero.
(Un più ampio articolo nel prossimo numero di Gente Veneta, in distribuzione da giovedì 6 febbraio)