Pubblichiamo un comunicato dell’Ufficio della Pastorale Familiare del Patriarcato di Venezia
Ogni donna che porta in sé la vita va guardata con rispetto, aiuto e vicinanza. Con amarezza si vede pubblicizzare la pillola abortiva come una “conquista da difendere” e un agire “in tutta sicurezza”, così banalizzando e riducendo l’esperienza ben più complessa e totalizzante che la donna vive e tacendo completamente della vita del bambino.
Si sente dire, ricordava papa Francesco a un convegno promosso dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita (25 maggio 2019), “Voi cattolici non accettate l’aborto, è il problema della vostra fede”. E invece “No: è un problema pre-religioso. La fede non c’entra. Viene dopo, ma non c’entra: è un problema umano. Non carichiamo sulla fede una cosa che non le compete”.
Lasciare una donna, che si trova a vivere un momento così delicato della sua esistenza, a gestire nell’anonimato e nella solitudine la decisione di escludere la vita di un nascituro, significa abbandonarla, gravata da un peso da scrollarsi prima possibile.
“L’aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano. La violenza e il rifiuto della vita da dove nascono in fondo? Dalla paura. L’accoglienza dell’altro, infatti, è una sfida all’individualismo”.
Ufficio per la Pastorale Familiare del Patriarcato di Venezia