C’è la signora anziana che chiede sostegno per sciogliere la paura che la figlia possa prendere il Coronavirus. E c’è l’uomo abbastanza giovane che vede un orizzonte nero dal punto di vista del lavoro e di un minimo di benessere materiale.
«A queste persone io offro innanzitutto il mio ascolto: desidero che possano portare nelle parole le loro emozioni e possano esprimerle. Poi do qualche suggerimento, qualche piccola indicazione che spero dia conforto». A parlare è Giuliana, psicoterapeuta, che da lunedì 23 marzo sta gestendo “Spazio parola oltre le distanze”, il servizio di supporto psicologico messo in campo dalla Caritas veneziana.
Un servizio che si tiene al telefono, gratuitamente: si chiama oppure si manda un sms o un messaggio whatsapp al 340.852.89.98; il servizio è attivo nei giorni di lunedì dalle 9 alle 13, martedì dalle 15 alle 19, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 13.
“Spazio parola” è pensato per tutte le persone che, nell’attuale tempo di paura per l’epidemia, avvertono il bisogno di parlare. Di più: di sfogarsi e confidarsi con una persona competente nella gestione delle emozioni e degli stati d’animo.
«Finora – dice Giuliana, facendo il punto sui primi giorni di servizio – ho ricevuto cinque richieste d’aiuto e con tre persone ho già iniziato dei colloqui».
Ma cosa si può dire ad una mamma impaurita dal pericolo potenziale per la figlia e ad un giovane uomo che teme per il suo futuro? «Si può dire che è normale, in questo momento, avere paura e che non si smette mai di essere mamma». Già fare affiorare queste emozioni e condividerle aiuta a moderare gli affanni di chi le prova.
«E a chi ha paura per il proprio futuro faccio un invito a cercare di riempire le giornate con qualcosa di concreto e utile per domani. Meglio non guardare continuamente i telegiornali perché angoscerebbero chiunque; piuttosto si investa il tempo in letture oppure sulla propria formazione, così da avere qualche strumento in più, anche nel lavoro, a fine epidemia. Il consiglio è di concentrarsi sul qui ed ora, investendo su di sé per un futuro migliore».
E più in generale, come trascorrere il molto tempo emerso in questi giorni in cui si è costretti a rimanere a casa? «Suggerisco – risponde la psicoterapeuta – di fare le cose che si desiderava fare ma che prima non c’era mai tempo di fare: dal pulire la casa al leggere quel libro che si rimanda sempre, dal chiamare le persone che tanto si voleva risentire al fare lavori manuali o intellettuali».
Giorgio Malavasi