Giovedì prossimo, 13 ottobre, il Patriarca Francesco benedirà e aprirà la nuova casa sacerdotale, realizzata rinnovando gli spazi contigui al Centro Pastorale diocesano “Cardinale Urbani” (sito nello storico complesso di villa Visinoni a Zelarino, Venezia), dove un tempo risiedevano i Padri Missionari Saveriani e recentemente acquisiti dal Patriarcato. La casa accoglierà nei prossimi giorni già un primo gruppo di presbiteri.
L’inaugurazione avverrà alle ore 11.30. Per i giornalisti accreditati vi sarà una presentazione riservata alle ore 11, guidata dall’architetto che ha curato il restauro, dott. Marco Zordan, e da don Roberto Donadoni. Alle 11.30 prenderanno parte alla inaugurazione anche i presbiteri facenti parte al Consiglio dei Vicari e Provicari foranei che si riunirà la stessa mattina del 13 ottobre con il Patriarca presso il centro pastorale.
La nuova Casa sacerdotale di Zelarino vuole essere, nelle intenzioni del Patriarcato, una dimora vera e una realtà di Chiesa al contempo, in cui vivere in una dimensione di “famiglia presbiterale” e continuare ad aprirsi al servizio ed al rapporto con le comunità parrocchiali. Il direttore della struttura sarà don Giovanni Volpato, già parroco di Passarella e, per molti anni, fondatore e primo parroco della missione di San Marco a Ol Moran (Kenya).
Una struttura “green”: la casa ridurrà i consumi e le emissioni rendendosi il più possibile autosufficiente grazie ai pannelli fotovoltaici installati sul tetto. Una serra bioclimatica con manto erboso sul tetto collegherà il corpo principale della Casa con la storica “barchessa” dove hanno sede la biblioteca, la sala di riabilitazione e l’ambulatorio medico.
In una passata intervista a Gente Veneta, don Fabrizio Favaro, Vicario episcopale per gli Affari Economici del Patriarcato, che ha seguito le diverse fasi di ideazione e realizzazione, assieme alla commissione presbiterale appositamente costituita, illustrava come è nato questo progetto:
Don Fabrizio, come è nata l’idea di “costruire” questa realtà per i sacerdoti?
“L’esigenza era emersa negli anni in seno al presbiterio e al consiglio presbiterale. L’occasione si è concretizzata due anni fa con l’acquisto dai padri Saveriani della casa di Zelarino che loro avevano deciso di chiudere. Allora è iniziata la riflessione nel Consiglio Presbiterale e nel Consiglio dei Vicari foranei e la decisione di iniziare l’intervento che è stato radicalmente rivisitato proprio per tener conto di suggerimenti e indicazioni che giungevano da alcuni confratelli”.
Quali sono le caratteristiche della Casa del Clero?
“Anzitutto non vuole essere semplicemente una casa di riposo, anche se sarà strutturata in modo simile e verranno garantiti, quando necessario, tutti i servizi che le condizioni degli ospiti richiederanno. Questa è la ragione che ci ha condotti a lavorare in collaborazione con l’Opera Santa Maria della Carità che fornirà i servizi socioassistenziali necessari. La Casa del Clero vuole essere anzitutto una vera dimora per i sacerdoti: tanto per quelli autosufficienti e ancora presenti nelle parrocchie come collaboratori, quanto per quelli meno attivi e più bisognosi di assistenza”.
Marco Zane