«Questi anni di Seminario mi hanno aiutato a lavorare su me stesso, a conoscermi nel profondo: non solo le mie potenzialità, ma anche i miei limiti, senza tuttavia farmi abbattere da essi. D’altronde Dio ci ama per quello che siamo e non per quello che facciamo».
Classe 1994, laureato in Economia aziendale a Ca’ Foscari e originario di Carpenedo, Giacomo Ridolfi verrà ordinato diacono sabato 4 novembre. Tanta l’emozione, anche perché quel giorno saranno presenti molti parrocchiani della comunità di San Lorenzo Giustiniani, alla Cipressina, dove il giovane ha ricevuto l’iniziazione cristiana. «Sono contento per quello che il Signore mi ha donato in questi anni – continua Giacomo, che ha iniziato il suo percorso nel Seminario patriarcale nel 2016 –. Il bilancio è senza dubbio positivo: sento di essere cresciuto molto sia a livello umano che di relazione con le persone. Uno degli aspetti più belli? L’aver incontrato dei formatori che sono stati per me dei padri».
Sette anni intensi, in cui non sono mancati alcuni momenti particolarmente difficili, durante i quali il Seminario gli è stato sempre accanto. Un percorso di fede, quello di Giacomo, iniziato davvero attorno ai 15 anni, quando ha ricevuto il Battesimo. Una decisione presa al termine di un viaggio di classe in aereo, vissuto nel timore che potesse capitare qualcosa di spiacevole durante il volo. Prima non frequentava le parrocchie ed anche il fatto di vedere la nonna pregare ha contribuito a far sorgere in lui una serie di domande profonde. A viaggio concluso il cuore era più sereno e in Giacomo è nata la consapevolezza che il Signore gli stesse suggerendo la strada da intraprendere. Poi la partecipazione ad una giornata vocazionale, la frase stampata sulle magliette distribuite per l’occasione (“se vuoi essere compiuto, diventa tu stesso dono di Dio”) e il simbolo di una lampada, come se gli stesse indicando la via.
«Dal 2021 ad oggi sono stato presente nella collaborazione pastorale del Lido, svolgendo il mio servizio soprattutto a Sant’Ignazio e a Malamocco. Un’esperienza che mi ha permesso di rendermi conto davvero di come il seminarista non sia in parrocchia semplicemente per dare una mano al parroco o alle catechiste, ma per essere formato alla vita pastorale. Per essere aiutato ad imparare».
Una comunità, quella lidense, che ha colpito Giacomo soprattutto per un motivo: la capacità, fra parrocchie diverse, di collaborare tra loro. «Due anni in cui mi sono occupato del catechismo per i ragazzi delle medie, a Sant’Ignazio, e poi anche dei chierichetti insieme a don Cesare Zanusso. Una volta entrato in Seminario non credevo che la mia fede potesse crescere ulteriormente. E invece è successo. In questi anni ho ricevuto tanto e sento che tutto quello che mi è stato donato ora lo devo offrire agli altri senza paura».
Preziose inoltre le amicizie instaurate con gli altri seminaristi, compagni a cui Giacomo vuole bene e insieme ai quali è cresciuto e maturato giorno dopo giorno. «Un’esperienza che mi ha segnato fortemente è stata la missione in Kenya vissuta durante il mio secondo anno di Seminario: dal dicembre 2018 al metà febbraio 2019. Mi hanno colpito le persone incontrate lì, il loro modo di vivere e di lodare il Signore. Non possiedono nulla, eppure è come se avessero tutto: glielo si legge proprio nei volti. È stato bello anche poter imparare qualche parola nella loro lingua». A Giacomo piacerebbe un giorno tornare lì, proponendo questo tipo esperienza, qualora gli fosse assegnata una parrocchia, anche ai giovani.
Marta Gasparon