Sono 36 gli accoliti istituiti e circa quattrocento i ministri straordinari della comunione presenti nella diocesi di Venezia.
Per questi due ministeri sabato 18 novembre a partire dalle 9, nella chiesa del Sacro Cuore di via Aleardi e Mestre, viene proposto un ritiro spirituale: un momento di riflessione guidato dal Patriarca Francesco.
L’iniziativa proposta mira a formare da un punto di vista spirituale questi due ruoli perché diventino sempre più un sostegno fondamentale per i parroci e per le comunità cristiane della Diocesi e per garantire che nessuna persona, in una parrocchia o in una collaborazione pastorale, si senta trascurata o isolata. Tutto ciò per creare un ambiente in cui la presenza spirituale e umana sia sempre più pervasiva e inclusiva.
A casa dei più fragili. Attraverso questa forma di assistenza spirituale si cerca di promuovere un forte senso di appartenenza e inclusione. Accoliti e ministri straordinari della Comunione si occupano infatti delle visite domiciliari e diventano veri e propri tramite di sostegno spirituale, portando consolazione e conforto direttamente nelle case degli anziani e dei malati. In questo modo, si cerca di superare eventuali barriere logistiche o sentimenti di solitudine che possono insorgere in situazioni di fragilità; e, soprattutto, si porta nelle case il conforto della fede e dell’Eucaristia.
I requisiti e l’impegno spirituale. L’identificazione di persone idonee a prestare un tale servizio emerge come una necessità innegabile. «Il bisogno c’è», spiega don Stefano Costantini, delegato diocesano per i ministeri istituiti. «Alcune parrocchie della diocesi hanno un numero più elevato di ministri straordinari della Comunione rispetto ad altre».
I requisiti essenziali contemplano l’essere persone di fede solida e praticanti, con una partecipazione regolare nelle attività parrocchiali. La pratica della preghiera e la partecipazione all’adorazione eucaristica costituiscono pilastri fondamentali di questa idoneità. È altresì imprescindibile che si manifesti un profondo senso di devozione e si sia capaci di stabilire relazioni significative.
La capacità di instaurare connessioni interpersonali assume particolare rilevanza, poiché queste figure ministeriali sono chiamate a fungere da intermediari tra la parrocchia e la popolazione dei malati e degli anziani. La loro abilità nel veicolare parole di conforto e sostegno diviene un elemento cruciale, contribuendo a instaurare un clima di comprensione e solidarietà.
«L’età stabilità è che abbiano almeno 25 anni; devono essere persone, uomini o donne, che abbiano le capacità fisiche, mentali e spirituali», afferma don Stefano.
Quale formazione. Per ricoprire questo ruolo è necessaria una fase iniziale di formazione e partecipazione agli incontri, analoghi a quello programmato per il 18 novembre. Questo approccio mira a fornire ai partecipanti una base solida e una comprensione chiara dei compiti che dovranno svolgere.
«Vorremmo arrivare a fare almeno due incontri l’anno, uno spirituale e uno più di formazione in modo che sappiano qual è il loro compito e di cosa sono portatori», prosegue don Costantini.
Inoltre, a differenza dei ministri straordinari della Comunione, gli accoliti istituiti hanno un ruolo più ampio. Sono anch’essi ministri straordinari ma il loro dovere è curare tutta la parte di celebrazione dell’Eucaristia e coordinare la distribuzione della Comunione agli ammalati e agli anziani.
«Queste persone hanno un compito di responsabilità spirituale e relazionale che va oltre il momento liturgico; per questo devono essere disponibili ad una formazione più adeguata», conclude il responsabile diocesano.
Silvia Piovesan