«Quando chiediamo qualcosa a Gesù, Lui ci accontenta sempre?». Si è aperto con questo interrogativo l’incontro di questo pomeriggio, presso la chiesa di San Benedetto, tra il Patriarca Francesco e i bambini, i ragazzi e i genitori dell’iniziazione cristiana della collaborazione di Campalto-Tessera. «Ci accontenta sempre, ma non sempre come noi vorremmo poiché Lui conosce qual è il nostro vero bene. Nessuna preghiera è inutile o va persa: Dio ci risponde sempre facendoci delle sorprese», la risposta di mons. Moraglia che ha condiviso con i presenti anche alcuni aneddoti della sua vita privata, come il momento in cui decise che avrebbe fatto il prete. «La decisione fondamentale della mia vita – racconta – è avvenuta grazie all’incontro con un prete. Nella vocazione l’importante è compiere gesti nella verità: dobbiamo essere sinceri, attenti, responsabili e poi, ad un certo punto, dobbiamo fidarci».
È seguito poi il dialogo con i catechisti e gli educatori che, proprio come i più giovani, hanno sollevato alcune domande. «A voi interessa crescere personalmente nella fede? La fede si accresce donandola. Fare il catechista presuppone una preparazione, ma lo si diventa scegliendo di esserlo. Significa crescere nella fede personale, rispondere alla propria vocazione battesimale. Il discepolo di Gesù è colui che riconosce la mano del Signore nella propria vita», commenta il Patriarca, sottolineando come anche all’interno della comunità più piccola, i catechisti debbano portare con sé la propria peculiarità, preghiera, preparazione. E un altro aspetto messo in luce da mons. Moraglia è stato quello dell’importanza del far rete. «Per esperienza mi sono fatto l’idea che i problemi di certi bambini provengano dagli adulti. In questa società è venuta meno la famiglia: ecco perché è necessaria un’alleanza, una rete educativa. Il coinvolgimento dei genitori è decisivo e su questo dobbiamo spenderci di più in quanto noi, come catechisti, da soli non ce la facciamo. È importante dunque che nel progetto educativo parrocchiale venga posto il tema dei “genitori dei nostri ragazzi”».
Marta Gasparon