Il Dies Academicus di mercoledì 6 dicembre (foto di apertura) ha aperto l’anno accademico della Facoltà di diritto canonico San Pio X, che ha sede a Venezia presso il Seminario diocesano. La prolusione è stata affidata al card. Claudio Gugerotti (nelle foto insieme al Patriarca Moraglia), prefetto del Dicastero per le Chiese orientali.
Oltre ai due cicli triennali di licenza e dottorato, la facoltà, da un paio d’anni, ha attivato una specializzazione annuale, a cui si accede dopo la licenza e che approfondisce aspetti del processo canonico penale e matrimoniale, e giurisprudenziali. Una sessantina, ad oggi, gli iscritti per la licenza; una cinquantina per il dottorato; 16 per la specializzazione.
Il preside, don Benedict Ejeh, spiega: «Seguiamo il curriculum stabilito dal Dicastero per l’educazione cristiana, che ha recepito la riforma apportata da papa Francesco con la costituzione apostolica Veritatis Gaudium. Ci viene chiesto di adeguarci alle prescrizioni pontificie. Per questo abbiamo introdotto alcuni corsi nuovi. Ad esempio, abbiamo un corso – non presente nelle altre facoltà – di archivistica, per la gestione della documentazione canonica. E un insegnamento sui processi speciali, di solito poco trattati nei curricula accademici: sono approfonditi, in particolare, il matrimonio rato e non consumato e i processi documentali». Qui si organizzano poi conferenze, seminari e convegni, ed è pubblicata la quotata rivista scientifica “Ephemerides Juris Canonici”.
La Summer School. Un fiore all’occhiello della San Pio X è «la settimana di Summer School per lo studio delle fonti di diritto canonico: antiche, medievali e moderne». L’offerta richiama a Venezia studenti da varie parti d’Europa: Spagna, Austria, Germania… e Africa. Oltre che dall’Italia.
Lo statuto accademico è stato aggiornato per ottemperare alle prescrizioni della Veritatis Gaudium. E la curia romana l’ha approvato. Don Ejeh tutto questo l’ha illustrato con una relazione alla Conferenza episcopale del Triveneto, che gli è valso, tra l’altro, il rinnovato sostegno, per altri tre anni, da parte del Patriarcato di Venezia.
Chi sono i docenti della Facoltà? «La costituzione apostolica richiede che ogni facoltà abbia almeno quattro professori stabili. Noi ne abbiamo cinque. Poi una ventina di professori incaricati. Altri sono invitati per momenti speciali o corsi particolari». La salute, quindi, è buona, visto che i parametri richiesti sono centrati senza troppo affanno.
E gli studenti? «Vengono con obiettivi precisi, perché il progetto di solito è già definito dal loro vescovo: collaborare con lui nel governo della diocesi, o insegnare in seminario… Ci sono anche laici, specialmente giuristi, che operano in ambienti ecclesiastici dove si presuppongono conoscenze canonistiche». Alcuni sono chiamati a lavorare presso la curia romana: «Attualmente una decina di nostri ex studenti sono lì. Qualcun altro è nella comunità diplomatica: nunziatura, Segreteria di Stato… La maggior parte è in servizio presso cancellerie e tribunali ecclesiastici… Oppure insegna».
Giovanni Carnio