È morto, nelle prime ore di stamattina, don Gianni Dainese. Era ricoverato in ospedale e tra due giorni, il 14 settembre, avrebbe compiuto 86 anni.
Originario di Mira, era stato ordinato sacerdote dal Patriarca Roncalli, appena prima che il card. Roncalli si recasse al conclave da cui sarebbe uscito Papa.
Cappellano a Santo Stefano di Caorle e poi a Venezia, nelle parrocchie di San Francesco di Paola e dei Ss. Apostoli, era stato anche vicario parrocchiale, per cinque anni, a San Donato di Murano. È stato anche direttore spirituale del Convitto Foscarini.
Nel 1968 la nomina a parroco di San Giovanni Evangelista, la parrocchia cui avrebbe legato la gran parte del suo impegno pastorale, facendo nascere e crescere la comunità.
«Quando sono arrivato – ricordava il sacerdote in un’intervista a GV qualche tempo fa – non c’era niente. Non sapevo bene cosa fare, avevo uno spirito avventuroso. Dovevo arrangiarmi. Tante volte mi sono sentito scoraggiato, ma nel frattempo ho cominciato a conoscere le persone, a parlare con loro, ad andare per le case, ad amarle. E loro hanno avuto pazienza e mi hanno seguito».
Un affetto incondizionato quello che ha legato don Dainese alla gente di via Rielta. In tanti lo definiscono il fulcro, per una lunga stagione, della vita comunitaria: un pastore vero, che ha accompagnato, guidato, sostenuto.
«Qui a San Giovanni Evangelista – rilevava ancora lo stesso don Gianni – sono cresciuto come prete: ho cercato di dare il meglio di me stesso, parlando con il cuore. Qui ho capito che quel che conta nella chiesa è l’evangelizzazione e mi sono sentito molto amato».