«Il diacono Gianni è stato uomo coerente nelle scelte di vita – la rettitudine era il suo stile – e, giunto al culmine del suo impegno professionale, quando era un alto dirigente nel settore delle assicurazioni, decise – d’accordo con la sua amata sposa – d’intraprendere il cammino verso il diaconato che, sempre in modo fedele, portò avanti, con la sua sposa, come un dono a servizio della Chiesa. Iniziò così, da uomo maturo, a mettersi a servizio della Diocesi laddove fosse stato necessario e per molti anni è stato incaricato diocesano del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa».
È un passaggio dell’omelia pronunciata dal Patriarca durante la Messa delle esequie di Gianni Ferraresi, celebrata nella prima mattinata di sabato 20 gennaio nella chiesa di Sant’Antonio del Lido di Venezia.
Il Patriarca ha poi ricordato come Gianni fosse un tutt’uno con la moglie Virginia anche nel diaconato. «Gianni e Virginia si sono sempre sostenuti nelle prove della vita e dell’età. E qui desidero ricordare come Virginia volle, con tutte le sue forze, donare al marito un rene nel momento in cui Gianni, per l’aggravamento delle sue condizioni di salute ebbe assoluto bisogno del trapianto per continuare a vivere. Anche questa è stata una testimonianza di ordinario e straordinario amore tra i coniugi, un modo speciale di annunciare e vivere il vangelo del matrimonio».
E quanto di buono Gianni Ferraresi ha saputo seminare e realizzare nella sua vita e nel ministero diaconale, che è sempre stato un tutt’uno con la sua esistenza, lo si è potuto vedere anche dalla folla che gremiva la chiesa, nonostante l’orario mattutino.
La celebrazione è iniziata, infatti, alle 8.45, ma alle 8 c’era già gente in chiesa. Mons. Moraglia si è rivolto anzitutto ai familiari di Ferraresi, come detto alla moglie Virginia e ai suoi quattro figli: Carlo, Arrigo, Orsola e Giovanna, nonché ai suoi quindici amati nipoti. Il feretro è arrivato su una bara bianca, in cui erano appoggiati un Vangelo e la stola, segni del servizio diaconale.
Con il Patriarca, tra i concelebranti, anche il vicario generale, don Angelo Pagan, il parroco di Sant’Antonio, don Renato Mazzuia, numerosi membri del presbiterio e l’intera comunità diaconale diocesana. Al termine della celebrazione il feretro è partito alla volta di Copparo, in provincia di Ferrara, paese natale di Gianni Ferraresi, dove è stato tumulato nella tomba di famiglia. (L.M.)