«Ci sono uomini e donne che ci fanno sperare oltre ogni disperazione». Lo dice, fra l’altro, il Patriarca Francesco durante l’omelia della Messa in Coena Domini, celebrata nella sera di Giovedì Santo in basilica di San Marco a Venezia.
Mons. Moraglia parla ricordando Samar Sinjab, la donna medico di medicina generale a Borbiago, morta oggi dopo un mese di ricovero in terapia intensiva, contagiata dal Coronavirus. E con lei il Patriarca ricorda i più di cento medici e infermieri e operatori sanitari che hanno perso la vita in queste settimane di epidemia in Italia.
«Alcuni dei nostri medici morti – afferma il Patriarca Francesco – erano pensionati o rimasti in attività dopo aver raggiunto l’età della pensione, oppure avevano risposto a una nuova chiamata dopo essere andati in pensione. L’età non c’entra. Penso anche a quei ragazzi che nei mesi scorsi abbiamo chiamato “angeli dell’acqua alta”. Possiamo sperare bene con questi anziani e con questi giovani».
«Agli uno e agli altri dico non solo “grazie”, ma “abbiamo bisogno di voi”. Abbiamo cioè bisogno di persone che ci dicono che il bene è più forte del male e che la carità è più forte dell’egoismo che cerca se stesso, la visibilità e l’affermazione sugli altri».