Operativa ormai da diversi anni, comprensiva di due docenti fissi, per un totale di sette corsi, compreso quello in preparazione agli esami Cils, la scuola di lingua e cultura italiana per stranieri, convenzionata da Caritas veneziana in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo I, si accinge a terminare l’anno scolastico. (nella foto d’apertura un’immagine di archivio di una visita organizzata in passato dalla scuola)
A settembre apriranno le nuove iscrizioni, che stavolta passeranno attraverso il centro di ascolto Caritas. Considerato il grande successo riscosso, sono attese il doppio delle iscrizioni rispetto all’anno precedente. Un numero assai elevato, che richiederà un grande sforzo organizzativo da parte della scuola, che quest’anno, oltre ai corsi standard di lingua, ha avviato una collaborazione con la compagnia teatrale Farmacia Zooè, con la creazione di tre laboratori artistici: uno di creazione manuale per il livello linguistico base, un corso di lettura espressiva per il livello intermedio e un corso di scrittura intensiva per il livello linguistico più avanzato. Una collaborazione che potrebbe continuare anche il prossimo anno, insieme a tanti nuovi progetti, che verranno poi formalizzati nel piano dell’offerta formativa, presentato a fine maggio.
La scuola, situata in via Querini, a Mestre, si distingue da tutte le altre nel settore per la sua connessione con Caritas: «Molti allievi sono infatti presi in carico interamente da Caritas, che si appoggia alla scuola per la parte linguistica dei richiedenti asilo, oltre alle varie associazioni e cooperative, che non possedendo questo servizio, fanno riferimento a noi», spiega Annachiara Girotto, docente e coordinatrice scolastica, insieme alla collega Laura Strianese.
I corsi infatti, che sono gratuiti e vanno dal livello linguistico base a quello più avanzato, sono principalmente frequentati da stranieri che necessitano del certificato linguistico per ragioni lavorative.
Rimane però elevata la percentuale di donne, soprattutto Bangladesi, iscritta ai corsi di lingua e cultura. Per molte di loro infatti, culturalmente legate alle sfera domestica della casa da cui raramente escono, è assai difficile rapportarsi con la società esterna, non avendo mai avuto occasione di imparare la lingua o rapportarsi con le abitudini culturali degli italiani: anche solo andare al supermercato o partecipare ai colloqui scolastici dei figli può risultare complicato.
Per questa ragione, molte di loro si sono iscritte ai corsi linguistici e hanno convinto altre a fare lo stesso. Il passaparola è infatti il veicolo di diffusione più efficace, consentendo così di raggiungere tutte quelle persone che, magari perché isolate a causa dell’ostacolo linguistico o perché faticano a integrarsi in una realtà a loro sconosciuta, non sono a conoscenza dell’esistenza di questi corsi. Per aggirare l’ostacolo, la scuola ha creato delle locandine, tradotte in diverse lingue, in modo da riuscire a raggiungere tutti i possibili destinatari, interessati a imparare la lingua e allo stesso tempo a conoscere e sviluppare amicizie con nuove persone, provenienti da tutti gli angoli del mondo.
Teresa Facchinetti
Caritas veneziana: verso il raddoppio le iscrizioni di stranieri alla scuola di lingua e cultura italiana
Share This