«Il grosso del lavoro è adesso». Un paio di mesi o poco più.
L’architetto Marco Zordan dirige il cantiere a “Le Muneghette”, a Venezia, sestiere di Castello, una struttura destinata a rispondere ad alcune emergenze sociali: la mensa, un alloggio temporaneo per donne in difficoltà o persone senza casa, e una foresteria per gruppi parrocchiali impegnati in determinate esperienze di servizio. «Più funzioni diversificate, dunque, ma in sinergia nella stessa direzione: dare protezione e assistenza a persone fragili».
Pronta la mensa al piano terra. Tra fine settembre e i primi di ottobre dovrebbe essere ultimato il piano terra, adibito alla refezione, con 35-40 posti. Prenderà il posto delle due realtà che in precedenza offrivano pranzi e cene ai poveri della città, la mensa San Giuseppe (“alla Tana”) e quella di Betania.
Nelle parole del professionista c’è un cauto e pacato ottimismo addirittura circa un possibile accorciamento dei tempi: «Le ditte all’opera sono molto motivate. Speriamo di terminare anche prima della data fissata per la consegna».
L’edificio, di proprietà dell’Ipav (Istituzioni pubbliche per l’assistenza veneziane; ex Ire), è affidato in comodato gratuito alla Diocesi; negli ultimi anni ospitava famiglie o singoli con difficoltà di carattere sanitario e sociale. «Diocesi e caritas si sono impegnate a dare una sistemazione a tali persone prima di passare a riconvertire l’immobile alle nuove esigenze».
L’architetto ragguaglia su alcuni aspetti del progetto. «Dal retro sono aperti nuovi ingressi per accedere alla cucina, predisposta al piano terra, con lavaggio e riscaldamento delle pietanze, che comunque arriveranno da fuori, e ristrutturata secondo criteri moderni di adeguamento sanitario e di sicurezza degli alimenti. Per i disabili è garantito un accesso agevolato alla mensa. Inoltre è previsto un elevatore che porterà ai vari piani dello stabile. Ci sarà un impianto di ventilazione che li servirà tutti e tre (piano terra, primo e secondo piano)».
Il cantiere persegue un criterio di efficienza: eventuali interventi successivi ai piani superiori non intaccheranno – stando al progetto – la funzionalità del piano terra.
Un occhio di riguardo poi ad alcuni “imprevisti” tipici di Venezia: «Le travi marce saranno ricostruite direttamente sugli appoggi. Verranno installate delle pompe per contenere i danni da acqua alta, dovessero verificarsi fenomeni come quelli dello scorso novembre, evitando l’interessamento dei locali laterali».
Tempi più rapidi per il secondo stralcio. Al primo e al secondo piano troveranno spazio gli uffici amministrativi e camere ammobiliate per soggetti deboli e per i volontari. La loro realizzazione, assicura Zordan, richiederà tempi molto più celeri: «Il progetto è già autorizzato; le predisposizioni per gli scarichi e i bagni sono già approntate… Si tratterà solo di completare l’opera già imbastita».
I lavori sono interamente finanziati dalla Diocesi e con i contributi dell’8×1000.
«Il funzionamento a regime della struttura – spiega il direttore della caritas diocesana Stefano Enzo – farà perno sulla collaborazione tra Centro d’ascolto della caritas e i servizi sociali del Comune», che definiranno chi potrà usufruire dell’assistenza, come e per quanto tempo.
Giovanni Carnio