Questa sera il Patriarca Francesco Moraglia, su invito della Direzione Generale dell’Ulss3 Serenissima, si è recato all’ospedale dell’Angelo di Mestre per celebrare una delle Messe pre-natalizie per i malati e il personale medico-sanitario, insieme ai volontari delle associazioni che operano nell’ambito assistenziale e a tutti coloro che compongono (sacerdoti, diaconi, religiose e laici) la cappellania ospedaliera. Una celebrazione che segue altre Messe al Petrolchimico di Marghera e nelle due strutture penitenziarie veneziane. Hanno concelebrato i nuovi cappellani dell’ospedale don Valentino Cagnin, don Mauro Deppieri e don Augusto Prinsen insieme al parroco di Zelarino don Roberto Berton. La celebrazione è stata animata nel canto dal coro dei bambini e dei giovani della parrocchia di San Giovanni Evangelista di Mestre.
All’inizio della sua omelia il Patriarca si è rivolto in particolare a un gruppo di bambini presenti alla celebrazione: «Vedete bambini la vita è fatta di tante cose, tante cose belle, e sono la maggioranza, però ci sono delle curve nella vita e sono difficili e una di queste è quando una persona non sta bene. Non sempre si è giovani e non sempre si sta bene. Ci sono momenti in cui si fatica e per questo ci sono degli ospedali in cui operano persone che hanno studiato e che hanno una capacità particolare di stare in mezzo alla gente che soffre per donare loro un aiuto. Questi sono i medici e gli infermieri che ci accolgono in uno di questi momenti difficili che conosciamo: ci può essere un nonno che sta male oppure anche degli amici che si ammalano anche se sono bambini. Pensate come è importante come conoscere i luoghi della nostra città e l’Ospedale è uno di questi».
Continuando a rivolgersi ai piccoli, ma con uno sguardo ai più grandi, il Patriarca ha suggerito un atteggiamento spirituale da assumere vivendo le prossime solennità: «Tutti piccoli e grandi siamo chiamati a riflettere su un punto: il Natale ci dice non solo che esiste il bene, ma che il bene deve iniziare da noi. A voi piccoli e a noi adulti dico che bisogna compiere il primo passo verso situazioni che dobbiamo recuperare, in tanti contesti: in ogni situazione dobbiamo recuperare un rapporto. In casa, con i fratelli, a scuola. Il mondo dei grandi è diverso dal vostro, ma è anche molto simile. Il Natale ci dice: questo bambino che viene e rappresenta una novità ti chiede di compiere un atto buono che sia un cambiamento nella tua vita, vivendo tu il primo passo.
Per il Patriarca il Santo Natale deve essere occasione di cambiamento: «Il Natale deve trovarci disponibili, come comunità, a fare il primo passo allora cambierà la nostra comunità e non sarà più la festa di un giorno solo, ma una festa che cambierà ogni giorni della nostra vita».
Domani, sabato 21 dicembre alle 10 si vivrà un momento tutto dedicato alla Carità: il Patriarca presiederà la S. Messa nella chiesa di S. Carlo dei padri Cappuccini di Mestre per i volontari impegnati nelle strutture caritative del Patriarcato. A seguire visiterà l’attigua Mensa “S. Antonio” per un saluto agli ospiti e successivamente in una sala del Convento per incontrar i volontari per lo scambio degli auguri natalizi.
Domani il Patriarca consegnerà un dono che sarà segno di affetto, premura e vicinanza per gli ultimi: regalerà infatti delle felpe agli ospiti delle strutture della Carità veneziane. Le prime saranno consegnate domani proprio dal Patriarca e successivamente saranno distribuite in tutte le realtà caritative.
Nei prossimi giorni la Caritas diocesana donerà anche dei panettoni o dei pandori alla Casa Circondariale di Santa Maria maggiore (Carcere Maschile) e alla Casa di Reclusione Femminile alla Giudecca: a quest’ultima verranno anche donati dei dolci per i bambini “ristretti” assieme alle madri. Verranno anche donati altri panettoni e dolcetti a Casa Famiglia San Pio X e Casa Taliercio. Ovviamente i dolci natalizi e le felpe verranno distribuiti anche presso le opere segno Caritas: Casa Papa Francesco a Marghera, Casa San Raffaele a Mira, Casa San Giuseppe a Venezia.
Marco Zane