Con la celebrazione eucaristica di sabato 16 settembre, presieduta dal Patriarca Francesco e con inizio alle ore 15.30 nella basilica cattedrale di S. Marco a Venezia, vi saranno in Diocesi tre nuovi candidati a diventare diaconi permanenti; in quest’occasione, infatti, davanti al Vescovo si svolgerà il rito di ammissione di Daniele Biasiolo (della parrocchia di S. Giovanni Battista a Gambarare di Mira), Leonardo Di Domenico (della comunità marciana veneziana) e Andrea Nordio (della parrocchia di S. Barbara a Mestre).
Sono tutti uomini adulti e già sposati, alcuni hanno anche dei figli. Ognuno di loro ha, naturalmente, una sua originale storia personale ed ecclesiale ed è anche ad un livello differente nel cammino di preparazione: c’è chi ha già completato gli studi teologici previsti, chi li sta completando o meglio riprendendo e chi sta frequentando già da qualche anno la Scuola triveneta di formazione al diaconato permanente di recente istituita dalla Conferenza Episcopale Triveneto. Comune è però la decisione di manifestare pubblicamente il desiderio e la volontà di accogliere e cercare di portare a compimento la vocazione via via intuita e che li condurrà un giorno, a Dio piacendo, a ricevere il primo grado del sacramento dell’ordine divenendo, in modo permanente, diaconi della Chiesa veneziana (attualmente quelli ordinati – e viventi – sono 21).
Con i tre nuovi che saranno ammessi sabato prossimo salgono così a cinque, nella nostra Diocesi, i candidati al diaconato permanente; ci sono, infatti, già Andrea Grando (della parrocchia di S. Lucia – Tarù a Zelarino) e Gino Mancin (della parrocchia di S. Maria Assunta a Borbiago di Mira). Anzi sarebbero (e sono) in realtà sei, ma per il sesto – Gian Paolo Pivato della collaborazione pastorale di Murano – è molto vicina ed è stata già fissata la data dell’ordinazione diaconale: si terrà sabato 4 novembre 2023. Altri tre, infine, sono tuttora “in cammino” e stanno, perciò, verificando la possibilità di inserirsi stabilmente lungo questa via.
«È un bel segno di speranza e di ripresa che ci sta anche un po’ sorprendendo – sottolinea don Paolo Ferrazzo, delegato diocesano per il diaconato permanente – e manifesta un senso di cambiamento e di rinnovamento che si sta sviluppando all’interno della nostra Chiesa. Queste persone, che stanno compiendo il cammino per diventare diaconi, sono formati secondo una visione di Chiesa che “serve” ed è chiamata a mantenere sempre viva, nella comunità cristiana, quell’attitudine al servizio che porta a compimento l’Eucaristia che ogni volta celebriamo. Sono, quindi, anche un esempio ed uno stimolo, soprattutto per il nostro laicato, ad assumersi delle responsabilità ministeriali nella comunità e in ordine al servizio».
Alessandro Polet