Ha aperto al pubblico la mostra “Rainer – Vedova: Ora” organizzata dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova nelle due sedi espositive del Magazzino del Sale e dello Spazio Vedova, alle Zattere a Venezia.
«In questi anni difficili, addirittura drammatici – interviene Alfredo Bianchini, Presidente della Fondazione – intendiamo essere presenti con una mostra che testimonia il dialogo tra Arnulf Rainer ed Emilio Vedova, e la loro amicizia seppur nella diversità delle loro espressioni artistiche». L’esposizione, a cura di Helmut Friedel e Fabrizio Gazzarri, rappresenta un’occasione di incontro tra le opere di due protagonisti appartenenti alla ricerca artistica europea del secondo dopoguerra.
Rainer e Vedova, oltre ad essere legati da una lunga amicizia, condividevano una concezione molto simile dell’esperienza artistica. Le loro storie testimoniano una umanità attenta e sensibile che esprime la fragilità della nostra esistenza.
Nello Spazio Vedova, che fu lo studio del pittore, è raccolta una selezione di opere realizzate da Vedova tra il 1949 e il 1993 senza seguire un percorso cronologico, ma articolate in sezioni tematiche per orientarle con chiarezza: Contro, No, Venezia muore, Allarme, Umano, Confine, Plurimo, Per. Nella mostra rientra l’attività di formazione di Vedova, che ci mostra non soltanto il suo profilo artistico ma anche quello umano. «La sensibilità di Vedova – illustra il curatore Gazzarri – la si vede nella sua impostazione di vita, ci mostra una comprensione del mondo che per quanto riguarda i mali non cambia mai, ed è ancora molto attuale». Vedova traduce nelle sue opere tutto ciò che è il suo modo di affrontare la vita, che è quello di un “combattente”. Attraverso la sua varietà di segni astratti è in grado di rendere al meglio la realtà.
Al Magazzino del Sale trova spazio il lavoro di Arnulf Rainer. Dalla sua produzione, che copre un periodo di oltre 70 anni, sono state selezionate le croci degli anni ’80 e i Kosmos dei primi anni ’90. Per Rainer, pittore autodidatta influenzato principalmente dal surrealismo e dell’espressionismo astratto americano, il punto focale delle ricerche artistiche è proprio la croce.
Rainer a differenza di Vedova esprime una drammatizzazione serena, traduce l’ansia del periodo in cui viveva in misticismo. Nelle esposizioni di entrambi emerge il dramma della vita umana e del male, ma vissuto e raccontato in modi molto differenti.
«“Ora” è il titolo che incarna l’azione esistenziale dell’artista – conclude Bianchini – di due artisti che non hanno mai sprecato un secondo della loro vita per nulla che non fosse arte, distanti dalle logiche di mercato, delle distrazioni e dei lussi». La mostra sarà visitabile dal 23 aprile al 30 ottobre, dal mercoledì alla domenica dalle ore 10.30 alle 18. Ingresso gratuito per i bambini fino a 10 anni, 8 euro è il costo del biglietto intero, mentre per gli studenti il costo è di 4 euro.
Alessia Marinello