La Venezia di un tempo torna attraverso i disegni e gli scritti di Francesco Valma. “Sospirar Venezia”, questo è il titolo del nuovo volume edito dall’U.C.A.I. veneziana che racchiude l’arte di un uomo e un artista che ha saputo ascoltare ed interiorizzare la città nelle parti più popolari, vere e umili.
Storie raccontate attraverso immagini e testi che parlano di attimi molto spesso vissuti in prima persona dall’autore e accompagnate dalle introduzioni di Paolo Rizzi e Giuseppe Goisis, che negli anni hanno curato la genesi dei volumi di Valma, e da Roberto Ballarin, Titta Bianchini, Ulderico Bernardi e Silvia Zanardi. Il volume, dedicato alla moglie Bruna mancata lo scorso aprile, è composto da 22 inedite tavole realizzate a china con penna, pennello e matita nei colori del seppia e ocra gialla, con rare sfumature a grafite.
Opere, realizzate tra il 2017 e il 2019, che narrano Venezia senza quella nostalgia sterile di ciò che è andato perduto: «Il mio intento è custodire per non dimenticare ciò che è stato, tramandando conoscenze, costumi e ricordi perché si possa prenderne esempio, affiche possa servire per andare avanti nel sentiero della vita che continua» spiega Valma. Ed infatti in ogni pagina c’è “un tocheto de vita”.
Francesco Valma, classe 1938, è un artista che si è formato come autodidatta studiando però molto e approfondendo soprattutto il campo della ricerca prospettica. Una passione, quella per l’arte, per lui innata: «Da piccolo già in quinta elementare con il quaderno di scuola andavo sui piloni di Piazza San Marco e ricopiavo un angolo della Basilica» racconta. Al disegno ha da sempre unito l’amore che nutre per la sua città, impegnandosi nell’approfondire curiosità veneziane costruendo un insieme di aneddoti che formano una preziosa memoria storica, una vera miniera possibile grazie anche alle tante testimonianze raccolte dagli abitanti. Valma, nelle 250 pagine del libro, racconta dunque una Venezia nei suoi aspetti più autentici, nelle tradizioni e nella sua intimità. Non a caso ogni tavola presenta un titolo in dialetto. Ma non solo, all’interno del volume si trovano anche note relative ai toponimi cittadini, una classificazione dei capitelli e il conteggio delle 199 fontane della città, di cui il 44% risultano chiuse.
Per gli esperti Valma è il continuatore di quella storia del disegno popolare della tradizione settecentesca che a Venezia pare concludersi con il pittore e incisore Gaetano Zompini. «Il mio è il lavoro di una vita» dice, spiegando che il primo libro dei dodici che ha realizzato risale al 1981 con disegni che partivano dalla fine degli anni ’60. Da quel tempo tanta strada è stata fatta, ma Valma è sempre rimasto fedele al suo stile grazie a cui, attraverso i personaggi che racconta, coglie l’umanità della città. Nel racconto didascalico e letterario compaiono personaggi quali la caldarrostaia, l’intagliatore, lo squerariolo, il farmacista, il pittore, il remer, venditori ambulanti e bambini che giocano per strada. Ma anche la figura mai disegnata del Fitabatele, che sta andando perdendosi nella memoria. Si tratta dell’uomo che affittava le barche a remi di ogni sorta, mestiere che a metà dell’800 iniziò ad entrare in crisi prima con la costruzione del ponte ferroviario e poi di quello automobilistico, che incisero nel trasporto di persone e merci.
Tra le pagine anche il negozio di un rigattiere che in Campo de le Becarie, vicino alla Pescheria, vendeva oggetti antichi e che oggi non c’è più. Ci sono però anche figure non inedite seppur raccontate ogni volta sotto un diverso punto di vista, come quella dell’arrotino: «L’arrotino è uno dei miei preferiti, da piccolo mi incantavo a guardare le scintille che faceva» spiega.
Al racconto di situazioni reali si mescolano però anche immagini di fantasia, come quella che vede protagonista in laguna S. Francesco d’Assisi. I disegni nascono tutti da storie che Francesco Valma pensa prima nella sua mente e che dopo aver realizzato traduce anche in parole. Ora nella mente dell’artista balenano già oltre 80 tavole con relative storie da raccontare, la speranza è che presto possano trovare forma e sostanza.
Francesca Catalano