Alla Mostra del Cinema di quest’anno molti film trattano di argomenti sociali storici. È il caso dei due film: Ainda estou aqui del regista Walter Salles e Anul Nou care n-a fost del regista Bogdan Muresanu.
Il primo narra la vicenda dell’ex deputato brasiliano Rubens Pavia del suo sequestro e dell’uccisione da parte del regime militare. Il secondo degli ultimi giorni della dittatura di Ceauşcescu. L’approccio, però, è molto diverso. Nel primo la famiglia ed in particolare la moglie Eunice, interpretata magnificamente da Fernanda Torres (nella foto di apertura), riesce, per amore dei cinque figli, a non far precipitare la situazione e con caparbietà, una volta tornata la democrazia, agisce per veder riconosciuta la disumanità dei militari.
Il film, che per vedere la luce ha aspettato sette anni, si basa sul testo del figlio del desaparecido Marcello Pavia (purtroppo su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente). Il testo mette in evidenza quanto difficile e inquietante sia la situazione in cui nulla è confermato e come un certificato di morte dia, invece, sollievo.
Nella seconda pellicola la vicenda è trattata come una sinfonia in cui gli strumenti, pur diversi tra loro, contribuiscono a formare una Storia di una nazione. Sei situazioni diverse che hanno l’epilogo nella manifestazione organizzata a sostegno del presidente e che diventa il “la” per la sua caduta. “Volevo… affrontare quest’argomento dalla prospettiva microscopica delle persone comuni, piuttosto che con uno sguardo dall’alto verso il basso” dichiara Muresanu e ritiene che il film possa contribuire a mantenere vivo il ricordo in modo che non possano ripetersi quelle situazioni.
Cadere nella mancanza di libertà è facile, più difficile è ritrovarla. Entrambi i film, girati e interpretati molto intensamente meritano sicuramente di essere visti e ci aiutano, anche se mediati dalla finzione cinematografica, a capire un po’ di più la realtà fuori dalla nostra Italia.
Fabrizio Fiori