Ha ampiamente superato i duemila visitatori – con punte di 350 il lunedì dell’Angelo – ed è stata prorogata al 1° maggio la mostra “Passato e futuro si incontrano a Porto Marghera – Un secolo di storia industriale raccontato attraverso le immagini dell’Archivio Fotografico Edison”.
Oltre 250 scatti per illustrare le attività industriali svolte a Porto Marghera, uno dei maggiori poli strategici italiani, per la gran parte relative a impianti e persone del ramo chimico, petrolchimico e siderurgico delle società Montecatini, Edison, Montecatini Edison, Montedison e consociate.
Rilevanti le visite all’esposizione da parte di persone che hanno lavorato negli impianti fotografati: almeno la metà dei visitatori sono ex operai e tecnici, che nelle immagini hanno ritrovato una parte importante della propria vita e ricordano i fatti – non sempre trionfali, ma a volte drammatici e sempre conditi dalla fatica – della loro storia di lavoro.
L’allestimento, ad accesso libero, è a Forte Marghera – Edificio 29, ed è visitabile dal mercoledì alla domenica, dalle 10.30 alle 17.30.
Il percorso espositivo ideato da Edison intende valorizzare il legame storico con il territorio che il Gruppo ha costruito in oltre 100 anni di presenza industriale. Un legame con la laguna di Venezia che affonda le radici al 1882, quando l’allora Comitato Edison realizza l’illuminazione dello stabilimento S.A. Cotonificio Veneziano e successivamente partecipa alla costituzione della società per l’illuminazione elettrica della città.
Il percorso della mostra si declina in cinque sezioni, che ripercorrono gli eventi cruciali che hanno visto protagonista il Polo industriale dal 1922 al 2022. L’allestimento prende dunque le mosse dagli anni dei lavori di costruzione degli stabilimenti chimici e siderurgici nella Prima Zona Industriale di Porto Marghera a quelli dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dove la rilevanza dell’area non poté sfuggire agli alleati che, attraverso pesanti bombardamenti aerei, ne minarono la capacità produttiva.
Prosegue poi con gli anni della ricostruzione. È il dopoguerra e poi il boom economico con il rilancio delle attività chimiche e il lancio di nuove produzioni quali materie plastiche e fibre tessili artificiali che si insediarono soprattutto nella Seconda Zona Industriale.
Con la nazionalizzazione dell’energia nel 1962, Edison acquisisce nel luglio del 1966 il controllo della Montecatini. Le attività del gruppo Montecatini Edison Spa (poi Montedison) spaziano così dalla chimica alla petrolchimica, dai farmaceutici ai coloranti, dalle fibre artificiali alla grande distribuzione, dagli alimentari ai settori estrattivo e metallurgico, a molto altro. Nasceva così uno dei maggiori colossi petrolchimici del mondo.
Ma gli anni ’60 e ’70 sono anche anni di forte conflittualità sociale in cui crescono gli estremismi politici, che colpiranno anche la Montedison. Fino al 1997, quando termina l’avventura chimica del Gruppo.
Il nuovo millennio, poi, porta con sé nuove sfide a livello globale: i cambiamenti climatici, la necessità di un utilizzo attento e consapevole delle risorse, l’innovazione e la transizione energetica, sono temi largamente condivisi dall’opinione pubblica.
La Edison, che fin dal 1993 aveva realizzato a Porto Marghera il primo impianto termoelettrico a ciclo combinato cogenerativo d’Italia, continua sulla strada dell’innovazione tecnologica portando a termine nel 2001 i lavori per il potenziamento della centrale. Una spinta all’innovazione rafforzata con i recenti lavori per la realizzazione di un nuovo ciclo combinato che – promette Edison – renderà l’impianto termoelettrico di Marghera Levante il più efficiente d’Europa; e con l’ingresso nell’Hydrogen Park, il consorzio per l’idrogeno di Porto Marghera. (G.M.)
Un secolo di lavoro a Porto Marghera: c’è tempo fino al 1° maggio per vedere la mostra
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