Chiedere al regista e alla società di produzione del film The New Pope di ritirare certe scene girate a Venezia e che la comunità ecclesiale veneziana ritiene offensive del proprio segno fondamentale, la croce di Gesù Cristo? Una richiesta che potrebbe fare chi ha ospitato la realizzazione di quelle scene? «Chi ha dato i permessi deve riflettere e tirarne le conseguenze»: è il pensiero del Patriarca a proposito delle immagini della sigla della serie The New Pope di Sorrentino, girata nel Cenacolo palladiano della Fondazione Cini, dinanzi ad una grande croce luminosa e con lo sfondo delle Nozze di Cana di Paolo Veronese.
Già ieri una nota del Delegato patriarcale per i beni culturali, don Gianmatteo Caputo, sottolineava la violenza compiuta da “una ripresa simile ad un video musicale, realizzato in un luogo fondamentale della storia e della tradizione monastica a Venezia, trasformato in una sorta di stage per una danza dal contenuto ammiccante e allusivo, collocata sotto il simbolo cristiano per eccellenza, la croce”.
Oggi il Patriarca, confermando pienamente la nota del Delegato, ne precisa i contorni: «Penso che l’arte sia e debba essere libera e creativa: è qualcosa cui non si può mettere la museruola. Ritengo però ci debba essere anche il rispetto dell’ambiente e della croce».
La croce, rimarca mons. Moraglia, «non è un un simbolo nel senso del soprammobile ma è un simbolo che per i credenti dice il riferimento ultimo della vita. La croce ha un riferimento storico ben preciso, riporta ad un evento accaduto duemila anni fa; per il cristiano, in particolare, è l’evento fondamentale della sua salvezza. Perciò a questo segno va portato rispetto».
“Sarebbe stato opportuno – concludeva la nota del Delegato don Caputo – non concedere, per le riprese, l’utilizzo di quello spazio ad elevato valore storico e simbolico”. Aggiungiamo noi: ora, che il fatto è accaduto, si può però tagliare qualche secondo di video. (G.M.)