«Le immagini della sigla della serie The New Pope di Sorrentino hanno suscitato reazioni diverse per il loro contenuto. Nella consapevolezza che si tratta di una serie fantasy e che la creatività artistica del regista vuole suscitare reazioni controverse, a tratti irriverenti e provocatorie, la scena – parte integrante del film – risulta in sé offensiva mancando oltretutto di un contesto narrativo che ne giustifichi la ragione e il contenuto».
Lo afferma il delegato del Patriarca per i beni culturali, arch. don Gianmatteo Caputo, in riferimento ad alcune scene – girate a Venezia – per la sigla della serie televisiva “The New Pope”.
«Pertanto – sottolinea don Caputo – ciò che viene offerto agli spettatori è solamente una ripresa simile ad un video musicale realizzato in un luogo fondamentale della storia e della tradizione monastica a Venezia, trasformato in una sorta di stage per una danza dal contenuto ammiccante e allusivo, collocata sotto il simbolo cristiano per eccellenza, la croce».
«Non è necessario scomodare la censura – conclude il delegatp per i beni culturali del Patriarcato – per dire che siamo davanti ad un episodio che offende e profana per il riferimento al simbolo della croce e risulta inopportuno perché fondato sulla gratuita volontà di provocare e suscitare reazioni; come in altri casi, forse andrebbe semplicemente ignorato per vanificarne l’obiettivo. Sarebbe stato comunque opportuno non concedere, per le riprese, l’utilizzo di quello spazio ad elevato valore storico e simbolico».