«Da un mese chiedo si pensi ad una diversa fine dell’anno scolastico, recuperando almeno una parte del lungo tempo di sospensione dovuto all’emergenza COVID-19: immaginare un giugno a scuola è il minimo, ed apprezzo che il ministro Azzolina abbia cambiato la sua iniziale idea di chiudere l’anno in cavalleria”. E’ il commento di Elena Donazzan, assessore regionale all’istruzione del Veneto, sulle recenti dichiarazioni del Ministro Azzolina sulla conclusione dell’anno scolastico e sugli esami di maturità.
“La scuola veneta ha dimostrato un grandissimo sforzo organizzativo per fare formazione a distanza – prosegue l’assessore – ma siamo tutti consapevoli che la quantità di tempo in cui possiamo impegnare docenti e studenti online è parziale e difficoltosa, non sufficiente a colmare lacune pregresse tanto più per gli studenti che dovranno passare da un grado di istruzione ad un altro per i quali si dovrà immaginare un recupero utile al loro grado di apprendimento”.
“Gli studenti di quinta elementare, terza media e quinta superiore non possono portarsi un debito che non recupereranno, ed il pensiero di chi amministra la scuola deve essere sempre quello di tutelare il livello di conoscenza dei nostri studenti – spiega Donazzan – Per questo ho trovato sbagliato e al quanto diseducativo il messaggio dato alla stampa in cui si ipotizza una promozione per tutti. Abbiamo tristi ricordi del 6 politico: è come dire ai ragazzi che da oggi, primo di aprile, possono anche non studiare più ed impegnarsi, ed è un messaggio sbagliato anche nei confronti di quei tanti docenti che tanto si stanno impegnando per erogare attività didattica di qualità a distanza”.
“Non ritengo che una scelta così importante possa spettare alla politica e comunicata con leggerezza – conclude l’assessore – Promuovere tutti o valutare caso per caso è una responsabilità che spetta solamente ai docenti”.