Aveva 6 mesi, nel 1959, quando papà Gildo lo portò in braccio sulla terrazza sopra il vecchio Palazzo del cinema, dove sventolano le bandiere dei Paesi partecipanti alla Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Roberto Saoner, cestista con una grande passione per il basket, dal 1975 custodisce tutti i segreti della Mostra (nella foto di apertura Roberto Saoner è on il direttore della Mostra del Cinema, Alberto Barbera, e con una storica collaboratrice, Angela Savoldi).
La famiglia abita lì dal 1952: la loro casa è proprio dentro il Palazzo. Per primo arrivò Gildo, che ha trasmesso i segreti del mestiere al figlio. Morto improvvisamente nel 1980, Roberto si è ritrovato quindi a portare avanti la tradizione. La sua prima Mostra del Cinema è stata nel 1975, a fianco del padre. E con quella che inizierà settimana prossima – al Lido – avrà vissuto quasi 50 edizioni del festival (su 80 complessive). Un record.
«La Mostra? Un bel ritrovo ogni anno». «Vivo qui tutto l’anno, per 12 mesi, insieme alla mia famiglia – racconta Roberto, mentre scruta i preparativi del red carpet –. Prima, con mamma e papà, vivevamo in un appartamento ricavato dove oggi ci sono gli uffici della giuria. In seguito è stata costruita un’ala nuova del Palazzo, così ci siamo trasferiti sopra gli attuali camerini. Dal 2001 sono stato nominato anche custode dell’ex Casinò. Per quanto riguarda la Mostra è un bel ritrovo ogni anno. Si incontrano tanti amici, attori, registi, addetti ai lavori che si ricordano di te e che vengono a salutare e ringraziare».
L’abbraccio con il direttore Barbera. C’è anche un grande orgoglio. «Con me ci sono i miei figli Giulio e Luca che, pur essendo giovani trentenni, possono dire di avere già una quindicina di Mostre del Cinema all’attivo. E poi, prima di ogni edizione, da vent’anni a questa parte c’è l’abbraccio con il direttore Alberto Barbera: una grande persona e un amico vero. Alla fine della Mostra mi riconsegna sempre la sua bicicletta, che metto in magazzino e che poi tiro fuori a maggio dell’anno successivo, quando Barbera arriva al Lido per iniziare a preparare la nuova Mostra».
Gli episodi, nel tempo, più curiosi. Numerosi gli aneddoti da ricordare. «Penso a quando ho portato in braccio l’attrice e cantante Jane Birkin sulle scale del Palazzo del Cinema: aveva la gamba rotta, ma mentre la accompagnavo non mi ero accorto che fosse lei. Penso poi a quello che tende a succedere a mia moglie Cristina durante la Mostra: spesso, quasi tutti gli anni, almeno un paio di volte viene fermata dalla sicurezza. Noi abbiamo il pass per uscire… di casa. Ma non per rientrare! E quando diciamo che abitiamo qui, c’è sempre qualcuno che stenta a crederci».
Ecco quali sono le differenze fondamentali tra passato e presente. «La prima differenza che si coglie è che la Mostra si è enormemente ingigantita. Vi sono tantissime persone in più che ci lavorano. Una Mostra di Venezia che oggi è più che mai al top a livello mondiale».
Fuga di notizie. Un episodio in particolare rimane scolpito nella memoria. «Negli anni ’60 mio padre lanciava l’ultimo giorno, dalla cucina di casa, il “pizzino” per i giornalisti amici; ovvero il foglio ciclostilato con tutti i premiati. Lo stesso che rimaneva chiuso in una stanzetta di casa nostra. In questo modo i giornalisti avevano, in anteprima, i verdetti della giuria e nessuno riusciva a capire come mai fosse possibile questa “fuga” di notizie. Negli anni? Abbiamo affrontato tantissime avventure. Ricordo che avevamo pianificato incursioni a sorpresa di Chiambretti e facevamo passare i giornalisti per delle interviste. Oggi invece è tutto più blindato».
Un custode ha alcune cose che non vanno dimenticate. «Bisogna essere pronti a tutto – conclude Roberto Saoner – sempre con il sorriso. Si lavora in velocità, al secondo. Ci vuole discrezione, simpatia, disponibilità, un pizzico di fantasia. Questa, in fondo, è la Mostra».
Lorenzo Mayer