Pierpaolo Adda, cantautore e compositore veronese, ex batterista dei Kings, ha realizzato un CD dal titolo “Ucraina” con l’obiettivo di raccogliere fondi che saranno devoluti ad Emergency, ed in particolare per finanziare l’ambulatorio mobile Politruck in Moldavia, che già dalla metà di marzo assiste i profughi in fuga dalla guerra (il cd è in vendita a 10 euro, info al cell. 335.790.13.46).
«Nei primi 15 giorni dopo l’inizio dell’invasione russa, vedendo cosa stava succedendo in quella terra sfortunata – dice Adda – ho provato un forte senso di angoscia mista a ribellione. Non ho fatto alcuna fatica a trasformare le mie emozioni in testi e melodie. È successo tutto molto naturalmente, perché sentivo il bisogno di urlare tutta la mia pena».
Come ha iniziato la sua carriera musicale?
Quando avevo 10 anni ho studiato pianoforte, ma la voglia di dedicarmi ad uno strumento si è impadronita di me nel 1959 ascoltando alcuni brani di Duane Eddy, un grande chitarrista americano. Sono stato catturato dalle sue nuove sonorità. Avevo pensato di creare un piccolo complesso per fare quella musica, e, dato che nel mio paese di Soave c’era già un mio cugino che suonava la chitarra, ho deciso di dedicarmi alla batteria. Alla fine, il gruppo con mio cugino non l’ho fatto, ma nel giro di un paio d’anni sono riuscito a diventare un buon batterista. Sono entrato nel gruppo veronese The Storms nel 1961, e dopo due anni, nell’autunno del 1963, mi sono conquistato il ruolo di batterista del gruppo “Dino e i Kings”, con cui ho fatto un’esperienza discografica indimenticabile presso la RCA. Ho suonato in tanti teatri, locali, piazze della penisola, con varie apparizioni televisive e un cameo nel film “La congiuntura” di Ettore Scola, al fianco di Vittorio Gassman e Joan Collins. Nel 1965, insieme a I Kings, ho lasciato Dino, iniziando una breve ma bellissima storia con l’etichetta Durium.
Ha suonato la batteria per molti anni, ma anche la chitarra ha avuto un posto importante nella sua vita musicale. Perché?
Accanto alla batteria ho sempre dedicato tempo e passione alla chitarra, anche perché nel gruppo io scrivevo i testi delle canzoni, e per fare ciò avevo bisogno di imparare le melodie da Ennio Ottofaro, il mio co-autore, e lavorarci su. Da anni ormai suono soprattutto la chitarra perché ora scrivo musiche e testi, per cui questo strumento è diventato fondamentale.
Che tipo di musica si può trovare nell’album “Ucraina”?
Le forme stilistiche sono varie e corrispondono a ciò che volevo esprimere. C’è la ballata, il rock, il folk, il passo di marcia, l’urlo della disperazione, il sogno… Insomma, ogni momento, ogni mio stato d’animo ha trovato la sua forma espressiva.
Come ha coinvolto gli amici musicisti nella realizzazione del nuovo CD? Quali sono stati i loro ruoli?
In tutti i miei lavori discografici ho sempre coinvolto amici che conosco da anni, che stimo essere pure ottimi musicisti, e che si relazionano perfettamente con mio figlio Tommaso Adda, che in ogni mio lavoro scrive gli arrangiamenti, suona la chitarra elettrica, cura le registrazioni, il mixing e il mastering. Questa bella squadra – formata, oltre che da mio figlio Tommaso, da Eva Impellizzeri alla viola, Eugenia Soregaroli al flauto traverso, Franz Bazzani alle tastiere, Gilberto Storari all’armonica, Sophia Leda Avesani al contrabbasso e da Ivano Avesani al basso elettrico – è capace di far diventare suono tutto ciò che io immagino quando scrivo i brani.
Perché Emergency e non un’altra istituzione?
Perché ho sempre ammirato Gino Strada, il fondatore di questa magnifica onlus. Ho ammirato la sua caparbia volontà di lottare per la pace, dando tutto se stesso alle vittime delle guerre, rifiutando ogni compromesso, fino al punto da dire di no a finanziamenti di controparti non in linea con la sua filosofia operativa. Tra l’altro, uno dei miei figli, che ha lavorato per cinque anni per Emergency in Repubblica Centrafricana, Kurdistan Irakeno e Afghanistan, mi ha garantito che questa istituzione opera esattamente secondo le regole fissate dal suo fondatore.
Che cosa si aspetta di ottenere dalla vendita del CD?
Mi aspetto di raccogliere ancora tanto. L’operazione continuerà fino alla fine di giugno. Le spese di produzione, registrazione e stampa del CD le ho finanziate personalmente, per cui tutti gli incassi delle vendite li ho tenuti a disposizione del fine. Dalla presentazione del disco, nel giugno 2022, al gennaio di quest’anno i ricavi sono stati pari a euro 5.250, cifra che ho interamente devoluto ad Emergency.
Giuseppe Antonio Valletta