Il simbolo di Venezia è indiscutibilmente il leone marciano. Ma girando per la città è possibile incontrare un’altra razza di felino diffusa in città, ben più piccolo, ma spesso dotato di una bella personalità: il gatto. Marianna Zampieri ha fatto della ricerca dei gatti per Venezia quasi un secondo lavoro, oltre che una passione da amante dei felini, attraverso un progetto fotografico che diffonde sulla pagina Facebook “Cats in Venice”. «Non chiamatemi fotografa!» ci tiene a precisare Marianna «mi definisco una gattografa o catographer».
La passione per la fotografia dei piccoli felini è infatti venuta dopo l’eterno amore per i gatti, precisamente a partire dal 2012 quando nella vita di Marianna arriva Arthur: una compagnia importante di cui cerca di catturare le emozioni su pellicola, acquistando la prima reflex e «iniziando a importunarlo per un bel po’». Anche se Arthur resta il modello preferito, il passo successivo per Marianna è andare alla ricerca di gatti da fotografare all’esterno.
Nel 2015 da vita al suo primo progetto fotografico “C-at Home” dedicato a scatti in interno di gatti assieme ai propri proprietari. Questa gavetta le consente di imparare a gestire i volubili felini, che non sempre amano il rumore del click della macchina fotografica ed evolverà nel progetto “C-at Work”, con protagonisti gatti che abitano spazi commerciali e uffici. Dalla passione per Venezia, nel 2017 nasce il progetto “Cats in Venice”, con l’obiettivo non solo di fotografare ma di raccontare le storie di questi piccoli felini. «Tutto è iniziato cercando informazioni attraverso Facebook» racconta Marianna «chiedevo di segnalarmi dei gatti da immortalare e ho scoperto che oltre alle indicazioni di dove trovarli i veneziani ne conoscono i nomi e spesso anche le storie».
«Ogni settimana parto alla ricerca di questi felini – continua – che non sempre sono disponibili a farsi trovare e farsi fotografare; alcuni li inseguo da anni». La cosa interessante è scoprire come i veneziani siano disponibili a fornire informazioni sul loro gatto o quello dei vicini, testimoniando l’esistenza di un legame e di un rispetto forte verso gli animali che storicamente hanno difeso Venezia dalla presenza dei topi.Fra gatti schivi ci sono però anche felini vanitosi che amano mettersi in posa, Marianna ne ha fotografato circa 300, rigorosamente in bianco e nero per evidenziarne l’espressività, creando due libri fotografici disponibili sul suo sito www.mariannazampieri.it e alla Libreria Acqua Alta e alla Scala Matta Gallery del Ghetto Vecchio, oltre a un terzo volume in uscita.
«Fotografarli mi piace» racconta Marianna «ma scoprirne le storie è la vera emozione». Come nel caso di Gastone, gatto mestrino che ha deciso di trasferirsi sull’isola al seguito della madre del suo padrone, di cui è stata… rispettata la volontà; oppure Axe, felino che i padroni hanno scoperto essere cleptomane trovando in casa dietro i mobili biancheria intima, asciugamani e tappetini, oltre al pranzo di qualche operaio distratto. Senza dimenticare Filippo III, ribattezzato Pippo dall’anziano proprietario perché «anche se lo adoro, non potevo fargli credere che il mio nipotino lo avrei chiamato Filippo IV!».