L’ingegnere umanista, ispirato alla figura di Leonardo da Vinci: l’istituto Cavanis, con i suoi licei a Venezia e Possagno Venezia introduce il primo progetto sperimentale in Veneto di innovazione dei percorsi curricolari dei licei che guarda al genio del Rinascimento.
«Sarà una iniziativa che avrà successo se sarà conosciuta». Lo sottolinea subito Giampietro Brunello, Presidente della Fondazione di Venezia, che ha presentato oggi, venerdì 13 dicembre, insieme ai responsabili della congregazione dei padri Cavanis – Claudio Callegaro, Preside dell’Istituto Cavanis di Venezia e Ivo Cunial, Preside dell’Istituto Cavanis “Canova” di Possagno – la nuova iniziativa.
La novità è l’inserimento di percorsi dedicati allo sviluppo di competenze tecnico-scientifiche, ingegneristiche e digitali, all’interno di una solida formazione umanistica. «L’ambizione – auspica Brunello – è che, superata la fase di incubazione, il progetto venga acquisito dal Miur e diventi uno standard anche nelle altre scuole».
Accanto ai due soggetti promotori – Cavanis e Fondazione di Venezia – c’è un terzo soggetto fondamentale: lo Iuav, l’Istituto universitario di architettura. «La figura dell’ingegnere umanista non esiste – rileva Alberto Ferlenga, Rettore dello Iuav, intervenendo alla presentazione – e noi vogliamo sperimentare un incontro fra ambiti differenti. Architettura, per fare un esempio, nacque dall’incontro tra ingegneria ed arte,. E questo ha determinato l’invenzione di una disciplina».
Perciò si può ripetere l’esperienza nella formazione secondaria, ai licei. Una sfida per l’innovazione che i padri Cavanis accettano volentieri: lo sottolinea padre Pierluigi Pennacchi. E gli fa eco Monica Centanni, docente allo Iuav: «Non siamo qui per creare dei percorsi professionalizzanti ma per potenziare al massimo, per fare formazione, per dare una formazione completa. Questa è la sfida dell’oggi».
Per fare tutto, aggiunge Maddalena Bassani, collaboratrice del Centro Studi classicA dello Iuav – si offrirà agli studenti periodo di approfondimento – circa 2 settimane di full immersion – unito a un periodo di concentrazione che veda un tempo di apprendimento la mattina, frontale, e uno laboratoriale al pomeriggio, durante il quale dove gli studenti dovranno produrre dei materiali sulla base di quanto appreso la mattina.
«Contaminare per progettare: queste sono le parole chiave»: lo precisa Claudio Callegaro, preside del liceo Cavanis di Venezia. «Contaminazione non vuol dire prendere discipline già esistenti e buttarle all’aria. Ugualmente, non è stravolto l’impianto delle discipline scolastiche. Ma è bene educare i ragazzi a lavorare pensando che non esistono solo i saperi settoriali ma un sapere che ingloba, che mette in rete».
(con la collaborazione di Marta Gasparon)