«Non so usare il computer, i miei strumenti sono sempre quelli con cui ho iniziato a lavorare circa 45 anni fa: matita e gomma, anche se oggi il mondo del fumetto è cambiato moltissimo».
E i suoi lavori? «Hanno avuto più successo, diffusione e visibilità in Francia rispetto a qui in Italia, perché in Francia c’è una sensibilità diversa». Una passeggiata con lui a Malamocco, borgo antico a sud del Lido di Venezia, equivale a un giro che oltrepassa i confini della realtà per raggiungere la giostra della fantasia.
Lui è Raffaele Vianello, per tutti Lele, disegnatore, fumettista e umorista, cresciuto alla scuola del maestro Hugo Pratt. Veneziano, nato il 7 settembre 1951, ha iniziato a dedicarsi al fumetto da giovanissimo, ventiseienne. «L’incontro con Pratt mi ha cambiato la vita – racconta Lele Vianello – perché mi ha subito dato un’impronta e le indicazioni giuste. Poi la svolta è stata la collaborazione con la rivista “Il Mago” che mi ha offerto subito un lavoro. Malamocco è tra le mie fonti privilegiate di ispirazione: è un luogo bellissimo sia per viverci che per lavorare. Ci sono paesaggi bellissimi, tra mare e laguna, tanto verde, il contatto con la natura e anche una somiglianza con Venezia».
Qui lo conoscono tutti, con due semplici parole che racchiudono il senso di una vita: “Lele Fumetto” è il suo soprannome. Rispetto agli esordi, molte cose sono cambiate: «Oggi tanti colleghi lavorano direttamente al computer, la digitalizzazione è sempre più importante. Ci sono programmi che consentono di disegnare al pc, ingrandire il foglio, vedere, rivedere e correggere anche eventuali errori. Io invece sono ancora all’antica e lavoro con gomma e matita. Sono abituato così». Anche il pubblico è cambiato: «Quando ero piccolo io il fumetto era tutto per i bambini, la tv aveva due canali, e il fumetto era il veicolo che ti consentiva di far viaggiare la fantasia. Oggi bambini e ragazzi hanno tutto e tantissime altre cose a cui rivolgono i loro interessi. Basta andare in internet, facendone un uso responsabile… Così il fumetto è diventato un prodotto di nicchia. Però passioni ed emozione nello sviluppare la creatività restano uguali ad un tempo. Perciò il fumetto non passerà mai di moda».
Ci sono pochi semplici segreti per emergere: «C’è la dote di natura, io lavoro ancora duramente, anche dalle 7 del mattino alle 6 di sera. Dipende poi da tanti fattori, l’ispirazione e l’intensità del lavoro che si deve portare a termine».
A chi volesse seguire le sue orme alcuni preziosi consigli: «Anzitutto il primo consiglio che darei a tutti è quello di studiare e di prepararsi ad affrontare il mondo, la competenza paga. Il fumetto è una cosa magica, va bene coltivare e far crescere questa passione. Ormai purtroppo gli editori, soprattutto qui in Italia, pagano pochissimo, quasi niente. In Francia c’è un rispetto diverso per il lavoro “creativo”. Poi, con una professione sicura come base, nessuno può impedirci di sognare e di inseguire le passioni. Viva il fumetto».
Lorenzo Mayer