L’ebook? «Falso mito, non fa impazzire nemmeno gli adolescenti». I due esperti, Barbara Vanin e Giovanni Pelizzato, su una cosa concordano: gli e-reader non hanno rimpiazzato i libri di carta e mai li rimpiazzeranno.
Il libro elettronico viaggia accanto a lui. A volte alleggerisce la valigia di un viaggio, altre raccoglie i doppioni dei volumi che abbiamo in libreria per poterli leggere più comodamente fuori di casa. Ma il libro digitale non è il competitore diretto degli sfogliabili di carta, che non hanno rivali.
Gli utilizzatori? Hanno tra i 35 e i 60 anni. Nel circuito delle biblioteche veneziane «proponiamo il prestito di e-book da tre anni», spiega Vanin. «La richiesta è buona, sì. Ma non spopola tra i ragazzini. Siamo su una fascia d’età che va dai 35 ai 60 anni. Un’utenza più matura». Funziona come con il cartaceo, con un prestito che dura 15 giorni e che si può scaricare direttamente da casa.
«Molti indicano l’ebook – dice Pelizzato – come un problema nel calo delle vendite nelle librerie. Non è certo quello. Ha un impatto praticamente trascurabile. Il vero problema e l’e-commerce».
Per il resto, il libro elettronico – sostiene il libraio e presidente del sindacato Librai e cartolibrerie – non potrà mai affascinare il lettore più di quanto non lo faccia un libro in uno scaffale. «C’è la necessità di fisicità del libro, del possederlo nella propria biblioteca. Si tratta di una necessità analogica. Si pensi solo alll’impatto della copertina, all’importanza della sua collocazione fisica e mentale. Il libro digitale serve al lettore forte per assaggiare il libro prima di comprarlo, o per portarlo in vacanza senza peso. E non ha fermato la voglia di carta nemmeno nei ragazzi».
Ragazzi? Tanti in biblioteca, ma non per chiedere un prestito. Ragazzi che spesso, però, non sono affascinanti né dall’uno né dall’altro. Lo dicono gli accessi in biblioteca senza prestiti. Ci sono 180 mila presenze l’anno. La maggior parte degli studenti sono frequentatori assidui perché lì, in biblioteca, ci studiano. E si incontrano.
Ma di portarsi altri libri a casa non ci pensano proprio. «Gli studenti – racconta Vanin – ricercano la postazione studio attrezzata per il pc, con le prese elettriche, ma diventano nostri utenti e chiedono prestiti molto più avanti. Chi prende libri in prestito è soprattutto un’utenza matura e femminile. Vorremmo riuscire a cambiare questa tendenza: creare lettori che passeranno dalla biblioteca dei ragazzi a quella civica. Per farlo – la sua ricetta – ci deve essere un accordo con le famiglie e la scuola, perché avvenga l’incontro con la biblioteca e con il libro».
Va forte ciò che è d’obbligo. I bambini scelgono cose come “Diario di una schiappa”, “Geronimo Stilton”, i ragazzi invece subiscono le scelte della scuola, sostiene Vanin: «Vediamo che si approcciano a titoli legati ad un obbligo scolastico, il “Giovane Holden” fra tutti e così via. Questo vuol dire che l’approccio volontario al libro non è cosa così forte».
E quando cercano in autonomia, cercano la letteratura per giovani adulti, che parli proprio di loro. «Autori come Alessandro Davenia, per esempio, che scrivono avendo attenzione ad un pubblico giovane. Nel 2018 abbiamo concentrato questo tipo di letteratura soprattutto alle biblioteche Vez e Bissuola».
Secondo Pelizzato però, i ragazzi in libreria non solo ci entrano ma comprano pure. «La lettura presso i ragazzi è più diffusa. Dal mio osservatorio veneziano mi sento di sfatare il mito dei ragazzi che non leggono. Certo non è un’interpretazione facilmente spalmabile al resto d’Italia: perché Venezia ha caratteristiche esclusive, la propensione alla lettura è più alta. Parliamo di una città che ha tre università e un numero di scuole spropositato rispetto alla quantità di popolazione. Si pensa comunque anche qui che la Rete distragga i ragazzi. Invece viene compensata da una maggiore attenzione e capacità dei docenti – il primo livello di mediazione tra giovani e letteratura, perché la famiglia manca un po’ – di recuperare questa passione proponendo letture per l’estate con titoli accattivanti, dove si lascia molto libera la scelta».
Il fantasy continua a furoreggiare. I gusti degli under 14? Fantasy. «Da Harry Potter in avanti interessa tutto quello che riguarda il fantastico, cose che fino a vent’anni prima erano appannaggio di narrativa leggera ma più classica. Adesso furoreggia quello che va fuori dalla logica della verosimiglianza. E si nota anche negli under 10. C’è una certa precocità nella lettura di certi testi che prima non c’era».
Gli adulti, assicura Vanin, puntano tutto sui best seller. «Ecco l’importanza di avere sempre le nuove proposte in biblioteca. Si notano soprattutto gusti che possiamo definire più per lettrici che per lettori»: Lucinda Riley con le sue “Sette sorelle”, Gianrico Carofiglio, Camilla Läckberg, Wilbur Smith, Sveva Casati Modignani. «Se adesso scrive Alessia Gazzola, va la Gazzola. Così come un tempo andava Leonardo Sciascia e si prendeva Sciascia».
Giulia Busetto