“Un itinerario nell’arte sacra di Vittore Carpaccio, il più grande dei cantastorie”: è il titolo della conferenza su arte e fede che terrà la dottoressa Ester Brunet, storica dell’arte, giovedì 10 marzo, alle 18, nella chiesa di S. Lorenzo Giustiniani, alla Cipressina.
Un primo appuntamento aveva riguardato il pittore Giovanni Bellini, ancora lo scorso gennaio. Il terzo invece concluderà la serie, il 28 aprile, e verterà su Paolo Veronese. Stessa relatrice, stesso luogo. Dove il parroco, don Sandro Manfrè, punta molto, per la catechesi, su soggetti iconografici. Così, infatti, anche il prossimo ritiro di Quaresima, domenica 13 marzo, sarà una “meditazione artistica”: «Confronteremo la parabola del Padre Misericordioso del vangelo di Luca con la sua rappresentazione nella grande vetrata duecentesca della cattedrale Notre-Dame di Chartres».
Come si svolgerà l’attività? «In modo interattivo: leggere assieme il testo e poi concentrarsi sulle differenze tra racconto evangelico e narrazione artistica. Nel classico ritiro frontale, la gente che ascolta si stanca», spiega la sua scelta don Manfrè. «A partire da quello che offrono molte opere d’arte è possibile fare catechesi. È bello poi recuperare alcune parole direttamente nella loro lingua originale, per apprezzare il senso autentico di una frase: a volte non è questione di piccole sfumature ma di interi concetti sostanzialmente diversi».
Mentre proseguono le attività ordinarie, il catechismo in particolare, con le varie tappe dei sacramenti (in aprile le prime comunioni, in maggio le cresime – ecco che «al loro avvicinarsi cresce un po’ la partecipazione alla vita parrocchiale» –), la Quaresima fa i conti con due impegni in particolare.
Quello “istituzionale” del sinodo: «Ci siamo trovati un po’ all’ultimo a poter affrontare finalmente un programma di lavoro. Prima il consiglio pastorale, poi l’assemblea parrocchiale: qui eravamo una cinquantina di persone, divise in gruppi, nei quali è stata presa in mano la traccia che c’hanno mandato, per svilupparla. Abbiamo puntualmente inviato la relazione alla Diocesi, ma ci siamo ripromessi comunque di continuare ad approfondire i temi toccati. Chi c’era è stato contento dell’opportunità di riflettere e confrontarsi».
L’altro impegno non era nei programmi né tanto meno nei desideri. Si tratta dell’accoglienza dei primi profughi dall’Ucraina. Una famiglia della parrocchia ha già accolto due ragazze con un bambino. «Siamo in contatto con la Caritas. Presto saranno accolte altre persone: parenti e amici sono andati a prenderli al confine. Per i generi di prima necessità richiesti destiniamo tutto al punto raccolta della parrocchia di S. Antonio a Marghera». Molto buona infine è stata la colletta di mercoledì delle ceneri per la medesima causa umanitaria.
Giovanni Carnio