Si è aperta il 19 febbraio la mostra Andrea Bruno. Afghanistan 1960-2016, a cura di Giorgio Danesi e Sara Di Resta, con Ugo Bruno.
La mostra è visitabile fino al prossimo 3 marzo negli spazi della biblioteca Tolentini dell’Università Iuav di Venezia.
Una selezione del ricco corpus documentario costituito da fotografie, schizzi e disegni restituisce l’intensa attività di documentazione, conservazione e tutela che Andrea Bruno ha condotto in Afghanistan, dove ha operato come consulente di organizzazioni nazionali e internazionali quali IsMEO e UNESCO, in un percorso scientifico e professionale lungo oltre cinquant’anni capace di attraversare XX e XXI secolo.
A partire dal 1960, l’architetto ha effettuato sopralluoghi e campagne di rilievo culminate nel coordinamento e nell’esecuzione di interventi che spaziano dal restauro, al consolidamento, alla ricostruzione. L’evento si inserisce nel percorso di valorizzazione avviato nel 2019 con la prima fase di acquisizione del fondo
Articolata in due sezioni, la mostra esplora la dimensione professionale e scientifica dell’architetto restauratore in Afghanistan, intrecciandola con l’intensa attività che egli ha condotto negli stessi anni in Europa e in altri Paesi del Medio Oriente.
A emergere sono temi centrali quali il rapporto tra patrimonio e paesaggi culturali, la documentazione dell’edilizia minore, la conoscenza delle tecniche fondata sul dialogo con le maestranze locali, l’urgenza della salvaguardia dei monumenti, presagio delle gravi distruzioni culminate nel marzo 2001 con la perdita dei Buddha di Bamiyan. Proprio quest’ultimo caso riporta all’attenzione il dramma della distruzione del patrimonio culturale in zone di guerra e gli scenari di ricostruzione, tema al centro della ricerca e del dibattito Iuav.
In un dialogo serrato tra fotografie, schizzi, disegni e pubblicazioni, la mostra realizza quattro affondi tematici dedicati a progetti condotti nel Paese asiatico: i rilievi e i progetti di conservazione dei Buddha della valle di Bamiyan e del Minareto di Jam, il restauro della cittadella di Herat e il restauro con allestimento museale del Mausoleo di Abdur Razzaq a Ghazni.