L’enigmatica “Vergine in preghiera” di Giulia Lama: su questo tema martedì 7 maggio, alle ore 17.30 in Seminario patriarcale a Venezia, si terrà una tavola rotonda sull’iconografia ancora incerta del dipinto conservato nella chiesa di Santa Maria Assunta di Malamocco.
Interverranno don Gianmatteo Caputo, Delegato Patriarcale per i beni culturali di Venezia; Alberto Craievich, direttore di Ca’ Rezzonico Museo del Settecento Veneziano; Nora Gietz del comitato privato Save Venice; Claudia Vittori, restauratrice; don Cesare Zanusso, parroco di Santa Maria Assunta a Malamocco.
Giulia Lama era l’unica pittrice del ‘700 a realizzare opere per la Chiesa veneziana. È quanto emerge dalla mostra “A tu per tu con Giulia Lama: una donna artista del Settecento veneziano”allestita nelle sedi espositive della Pinacoteca Manfrediniana e della Sacrestia Maggiore della Basilica della Madonna della Salute a Venezia. L’esposizione, realizzata da Save Venice e dal Patriarcato di Venezia, offre l’opportunità di osservare ad altezza d’occhio cinque opere appena restaurate dal programma “Women Artists of Venice” (WAV) di Save Venice, solitamente collocate in posizioni molto elevate dove è difficile apprezzarne il valore artistico. La mostra, aperta fino all’8 giugno, vede esposti i dipinti de “I Quattro Evangelisti” provenienti dalla chiesa di San Marziale, realizzati presumibilmente nel 1725 e ora accolti nelle sale alla Pinacoteca Manfrediniana, mentre negli spazi della Sacrestia Maggiore è collocata l’opera “Vergine in preghiera”, realizzata nel 1736 e normalmente collocata nella chiesa di Santa Maria Assunta a Malamocco. La mostra celebra Giulia Lama come una delle grandi artiste veneziane del suo tempo, attiva tra gli anni ‘20 e ‘30 del ‘700. «L’artista aveva avviato una carriera importante, in particolare per la Chiesa di Venezia, che all’epoca ha promosso il suo lavoro» spiega Melissa Conn, direttrice della sede veneziana di Save Venice.