“Don Milani e la sua lezione per diventare cittadini sovrani” è il tema della conferenza che Federico Ruozzi, ricercatore di storia del Cristianesimo e docente di visual history all’Università di Modena e Reggio Emilia, tiene nell’Aula Magna della Parrocchia di S. Pietro Orseolo in via don Sturzo a Carpenedo giovedì 16 gennaio alle ore 20,30.
L’iniziativa è del Cineforum Mestre, aderente al Cinit Cineforum Italiano e dell’associazione culturale La Rotonda di Carpenedo. L’ingresso è libero.
Il sacerdote toscano è un personaggio pubblico: ricordato per la sua Scuola, per la battaglia a favore dell’obiezione di coscienza, per la celebre Lettera a una professoressa. È diventato un capitolo nei manuali di pedagogia; ma è anche vero che è rimasto incastrato in alcuni luoghi comuni, oppure fissato in un fermo fotogramma nella immagine che lo vede indossare una tonaca lisa, con scarponi da montagna, a Barbiana.
Non è certo una immagine falsa, ma il rischio è quello di incastrare la sua biografia, interessantissima, e la sua storia, altrettanto interessante, in un frammento. Con il rischio di non capirlo. E di trasformare le sue battaglie, le sue critiche, le sue denunce, la carica esplosiva delle sue opere, e anche dell’esperienza che fa a Barbiana, in una storia e in un luogo romantico, dove Milani si ritira e va a fare il maestro, isolato dalla modernità e dalla società contemporanea.
Anche il cinema in questi ultimi anni ci ha parlato tanto di don Milani. Federico Ruozzi proporrà nel corso della serata una serie di sequenze del film “Barbiana ‘65- La lezione di don Milani”(2017), che nasce dal recupero del materiale girato da Angelo D’Alessandro nel dicembre 1965 a Barbiana, ritrovato dal figlio Alessandro dopo la morte del padre.
È l’unico documento esistente con don Milani in scena. È lo stesso don Lorenzo che narra, che parla, che spiega. Si può ascoltarlo mentre fa lezione, osservare le mille attività che riempivano le ore trascorse in quel posto, si possono vedere i volti dei tanti figli di montanari analfabeti che per 365 giorni all’anno affollavano le lezioni di quel maestro tanto speciale.