Espressioni come “vergognati”, “sbrigati”, “non vali nulla” sono altrettanto magiche quanto parole come “scusa”, “ti perdono”, “riprova”, “ti capisco”. Solo che funzionano al contrario.
Ecco una delle definizioni di “gentilezza” individuata dagli studenti della scuola di formazione professionale Dieffe di Spinea.
In effetti i ragazzi hanno creato un decalogo, che ruota tutto sul concetto di gentilezza. Perché la gentilezza è anche uno strumento di comunicazione e di lavoro.
Così i ragazzi del primo anno di corso, guidati dai loro insegnanti, hanno declinato a modo loro – con originalità e profondità – che cosa significa l’espressione.
Per esempio: «Impara a scegliere alcune parole anziché altre e io starò bene, sia con me che con te». Oppure: «La gentilezza inizia con le parole e continua con i gesti e “il fare qualcosa” di semplice ma importante per qualcuno: far sedere una persona che ne ha bisogno sull’autobus, oppure dividere la merenda».
O anche: «Quando non sai cosa dire, puoi sempre fare un complimento, male non fa». Che è tanto vero quanto: «La gentilezza è chiedere “Come stai?” e poi ascoltare davvero la risposta, altrimenti non vale nulla».
Per finire con: «La parola più bella della gentilezza è “grazie”: fa star bene chi la ascolta e fa star bene chi la dice».