Nell’autunno del 2018 la montagna bellunese è stata messa alla prova dalla tempesta Vaia, ma la sua cultura continua a radicarsi tra le valli, grazie a donne e uomini che si impegnano a mantenerla viva.
È il messaggio di fondo del film “La Voce del Bosco”, che verrà proiettato sabato 25 gennaio, alle ore 21, nella sala del patronato della parrocchia di Quarto d’Altino.
La serata è promossa dal presidio Laudato Si’ di Altino con la collaborazione del CSA Veneto, del Des Oltreconfin, dell’Ecoisitituto del Veneto Alex Langer, dell’associazione Amico Albero e di Mountain Wilderness. Il biglietto d’ingresso costa 5 euro.
Protagonista del filmato è l’artigiana e fisarmonicista Francesca Gallo che accompagna gli spettatori in un viaggio alla scoperta degli alberi e della cultura agordina, fatta di musica, danze e antichi mestieri. Un lavoro di comunità che fa risuonare, limpida e vitale, la Voce del Bosco.
Francesca costruisce fisarmoniche nella sua piccola bottega di Treviso, ereditata da papà Luciano, che le ha trasmesso la passione per la musica tradizionale e per il lavoro artigiano. È rimasta l’ultima artigiana in Italia a realizzare completamente a mano armoniche a mantice, fisarmoniche e organetti in legno.
Le sue creature sono ambite da fisarmonicisti del panorama internazionale e finiscono sui palcoscenici più importanti del mondo, ma nascono nel bosco.
L’attività di Francesca, infatti, inizia dall’individuazione di quelli che lei stessa definisce “gli alberi che cantano”, quegli alberi che successivamente trasformerà in strumenti musicali. Francesca seleziona i “suoi” alberi nei boschi dell’Agordino, una delle zone più colpite dall’ondata di maltempo che nell’autunno del 2018 ha messo a dura prova la montagna veneta, distruggendone buona parte del patrimonio arboreo.
Francesca ci accompagna in un viaggio alla scoperta delle donne e degli uomini che in quelle terre hanno scelto non solo di fissare la propria dimora e di radicare la propria esistenza, ma anche di coltivarne i mestieri, di valorizzarne la cultura, di rigenerarne le tradizioni.
Tra essi c’è Attilio, sapiente artigiano del legno, che con le travi recuperate dei tabià di Cogul del XVI secolo realizza piccole ma incredibili sculture. C’è Paolo, giovane e vivace liutaio, che ha scelto di svolgere la propria attività nella pace di Garès. E poi ci sono Antonia, che ha riscoperto l’arte della filatura e della tessitura e la trasmette alle giovani donne agordine; il Tita, che scava il legno fino a ricavarne gli “Olt da Riva”, le grottesche maschere in legno da sfoggiare a carnevale. C’è Dunio, il celebre muralista che narra nelle sue opere le storie della vallata; c’è Sara, giovane ricercatrice che indaga il rapporto tra letteratura e montagna. E c’è anche Mayra, che ha voluto mantenere il pascolo del nonno, scontrandosi con le quotidiane difficoltà della vita in montagna.
Vecchi e giovani, donne e uomini, tutti con storie diverse da portarsi dietro, ma tutti che si muovono ai margini del bosco e che ogni giorno lo vivono e ne ascoltano la voce.
Interverrà alla serata il regista Dimitri Feltrin e, dopo la proiezione, Francesca Gallo si esibirà con la sua fisarmonica in un breve concerto dedicato agli “alberi che cantano”.