«Cristo ha scelto deliberatamente di “essere vetro”, fragile: si può spezzare. E sulla croce si è spezzato. Ma il vetro si può fondere e così risorgere. Come Cristo». Marco Toso Borella racconta con questa immagine la scelta artistica fatta realizzando una Via Crucis in vetro, foglia d’ora e smalti.
Dell’opera, esposta nella basilica dei Santi Maria e Donato di Murano, e dei suoi significati sarà l’artista stesso a parlare in una conversazione che si terrà lunedì 8 aprile alle ore 18.45, proprio nella basilica muranese. Con Marco Toso Borella dialogherà Giorgio Malavasi di Gente Veneta.
Sarà anche l’occasione per presentare una pubblicazione che propone e spiega questa Via Crucis in vetro. Perché l’opera, donata qualche anno fa al Duomo dell’isola, è anche la prova che la creatività è un motore che non si ferma. Murano – e in generale Venezia – hanno ancora delle risorse importanti per raccontare se stesse e rinnovare la propria storia e tradizione. Esattamente ciò che ogni organismo vitale fa.
L’intento primo è quello di fare una “manutenzione continua” al pensiero sulla passione, morte e risurrezione di Gesù. Perché quella di Cristo non è una vicenda raccontata una volta per sempre, che il credente ha messo in cassaforte e può non curarsene più.
E neppure è una narrazione che gli artisti hanno descritto nei secoli scorsi, mettendo la parola fine ad ogni ulteriore rappresentazione.
L’obiettivo è raccontare oggi, con la sensibilità e il linguaggio attuali, quella grande storia di duemila anni fa. «Il kerygma – scrive il Patriarca Francesco nella prefazione al volume – è il cuore dell’annuncio cristiano. Il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo precede ogni altro evento, non tanto in senso cronologico quanto valoriale ed escatologico. Nel piano di Dio croce e risurrezione sono il fondamento su cui tutto poggia e permane. Nella croce la vita sgorga dalla morte e la morte è finalmente sconfitta, per la prima volta e per sempre. La croce gloriosa di Cristo – come canta la Chiesa – è l’evento da cui il discepolo deve lasciarsi continuamente afferrare, plasmare e possedere».
Nel verbo plasmare sta proprio l’operazione fatta. Che non è condotta solo sulla materia vetro, ma anche e prima di tutto sui significati e sui segni, a partire da quelli lasciati nella secolare storia dell’isola.
Si tratta di quindici formelle – c’è anche quella della Risurrezione – in cui non c’è nulla di casuale e c’è un continuo, consapevole uso dei segni e dei simboli antichi, riproposti con la sensibilità dell’oggi.
Chi desiderasse il volume “La Via Crucis di vetro – La forza dello Spirito nella fragilità della materia” può trovarlo, il giorno della presentazione e successivamente, nella basilica dei Santi Donato e Maria a Murano. Si richiede un’offerta di 10 euro.