Forse, l’amore originario è quello espresso dai grandi mistici. E la nostra società, probabilmente, avrebbe bisogno di un “supplemento” costituito appunto dall’esperienza mistica.
Sono alcune delle tesi che il filosofo Giuseppe Goisis svilupperà giovedì 1° ottobre, festa di Santa Teresina di Lisieux, alle ore 17, nella Scuola Grande dei Carmini. L’occasione è un nuovo appuntamento del ciclo di Colloqui di Spiritualità mistica.
La parte saliente della relazione di Goisis si concentrerà su “Le due sorgenti della morale e della religione” (1932) di Bergson, per il quale l’esperienza mistica è un “fenomeno”, anzi un “fatto”, da analizzare e studiare nel suo svolgersi. Per Bergson, il mistico rappresenta il culmine della “religione dinamica”, legata all’evoluzione creatrice e sorretta dallo slancio dell’amore. Dio non ha l’amore, è Amore.
In conclusione, lettura e commento di una delle più belle poesie di San Giovanni della Croce, che ha meritato l’attenzione di Bergson, in cui sono descritte, con nitidezza impressionante, le varie fasi dell’esperienza mistica, con una prima fase di elevazione e una seconda di abbandono.
Le ultime parole riguarderanno il linguaggio dei mistici, un linguaggio amoroso che parte dal Cantico dei Cantici. Ma quale amore?