«Cosa mi resta di questa esperienza? Innanzitutto un giudizio: la bellezza scoperta va condivisa, e genera altra bellezza. Le persone che sono venute all’evento erano più di cento, tutte entusiaste nel vedere dei giovani interessati alla loro vita e alla storia della città in cui vivono, per di più disposte ad offrire gratuitamente il proprio tempo. E poi moltissime persone venute apposta da varie regioni d’Italia, tantissimi ringraziamenti». Lo dice uno dei protagonisti del pomeriggio di domenica 20 marzo, quando la Pastorale universitaria ha dato vita all’evento “Venezia e i Foresti”.
Un evento entusiasmante e ambizioso da organizzare, nato però dalla semplicità di un incontro: a novembre, gli operatori del servizio civile presso la Pastorale Universitaria e lo sportello comunale di Europe Direct hanno avuto l’occasione di seguire una formazione artistica curata dalla storica dell’arte Ester Brunet, docente universitaria presso la facoltà teologica del Triveneto ed organizzatrice di proposte artistiche e culturali con l’associazione Ar-Théo. La domanda centrale della formazione era: come il patrimonio artistico e culturale che Venezia offre può dire ancora qualcosa rispetto alla situazione storica che stiamo vivendo?
Venezia al momento è piena di gente da tutto il mondo, e la maggior parte degli studenti di Ca’ Foscari studiano moltissime lingue: è una realtà viva dal punto di vista multiculturale. In realtà questa non è una novità per la Serenissima: è sempre stato così sin dal Medioevo. Venezia, costruita sul sistema economico e sociale delle “Scuole” ha sempre favorito l’integrazione degli stranieri, dei cosiddetti “foresti”, per permettere a tutti uno stile di vita tutelato ma anche per trarre dai suoi “ospiti” il meglio delle loro potenzialità. Tanto che la loro presenza massiccia, attraverso l’arte e non solo, ha influenzato le manifestazioni culturali o addirittura cambiato e modificato certe iconografie, rendendo Venezia un libro aperto, traccia di tutti coloro che vi hanno alloggiato e lasciato un segno.
Grazie all’entusiasmo ed alla competenza di Ester Brunet, il desiderio dei ragazzi della Pastorale è stato quello di condividere queste scoperte con tutti, organizzando un evento itinerante alla scoperta dei vari siti significativi per la presenza storica degli stranieri a Venezia: Ghetto Ebraico, Cappella dei Lucchesi, Basilica dei Frari e Scuola Dalmata dei SS. Giorgio e Trifone. In ognuno di essi erano presenti, come guide formate dalla prof. Brunet, gli stessi giovani della Pastorale Universitaria e di “Pietre Vive”, per offrire visite guidate ogni mezz’ora.
«In quanto studentessa di storia dell’arte – commenta un’altra giovane guida – questo progetto mi ha fatto riflettere soprattutto su come vivere il mio lavoro e la mia passione in una prospettiva diversa. Ho sempre pensato che fede e lavoro, in un certo senso – seppure i valori cristiani siano inscindibili da chi siamo – fossero da tenere separati. Mi spiego: quando ho affrontato altre esperienze di lavoro (sempre nel settore artistico), non avevo mai consciamente ed esplicitamente posto la mia fede in prima linea. Questa esperienza mi ha reso evidente che questo non solo è possibile, ma rende il mio operato completo e pienamente vero. Comunicare l’arte con piena coscienza del mio essere cristiana mi ha fatto riflettere su quanto ognuno di noi, con la propria vocazione, possa realmente contribuire a diffondere Cristo».
Veronica Tasselli