La presenza e l’accompagnamento materni della Chiesa nei confronti degli sposi e di chi vive situazioni di fragilità e di fatica «non hanno come riferimento la psicologia o le situazioni esistenziali, anche difficili, ma hanno un riferimento oggettivo al Vangelo».
Lo sottolinea il Patriarca nell’intervento introduttivo della seconda edizione del corso “Il servizio della Chiesa verso le famiglie ferite”.
Un corso frutto di una sinergia fra due istituti accademici che sono espressione delle Chiese del Nordest: la Facoltà di Diritto Canonico San Pio X di Venezia e la Facoltà Teologica del Triveneto, a cui si uniscono il Tribunale Ecclesiastico Regionale Triveneto e l’Osservatorio Giuridico-Legislativo della Regione Ecclesiastica Triveneta.
Mons. Moraglia, intervenendo al Centro pastorale Cardinale Urbani di Zelarino, sabato 13, ha riportato l’insegnamento di Papa Francesco, citando una recentissima riflessione, del 7 ottobre scorso, del Pontefice sul matrimonio. Commentando il Vangelo Mc 10, 2-16), il Pontefice ha detto: «Questo insegnamento di Gesù è molto chiaro e difende la dignità del matrimonio, come unione di amore che implica la fedeltà. Ciò che consente agli sposi di rimanere uniti nel matrimonio è un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo. Se invece prevale nei coniugi l’interesse individuale, la propria soddisfazione, allora la loro unione non potrà resistere. Ed è la stessa pagina evangelica a ricordarci, con grande realismo – continua il Papa – che l’uomo e la donna, chiamati a vivere l’esperienza della relazione e dell’amore, possono dolorosamente porre gesti che la mettono in crisi. Gesù non ammette tutto ciò che può portare al naufragio della relazione. Lo fa per confermare il disegno di Dio, in cui spiccano la forza e la bellezza della relazione umana. La Chiesa, da una parte non si stanca di confermare la bellezza della famiglia come ci è stata consegnata dalla Scrittura e dalla Tradizione; nello stesso tempo, si sforza di far sentire concretamente la sua vicinanza materna a quanti vivono l’esperienza di relazioni infrante o portate avanti in maniera sofferta e faticosa».
Ecco quindi, rimarca mons. Moraglia, alcune parole chiave così come evidenziate dal Santo Padre: la “dignità del matrimonio”, il “disegno di Dio” e la “famiglia come ci è stata consegnata dalla Scrittura e dalla Tradizione”. Da ciò il radicarsi della presenza e dell’azione della Chiesa non tanto nella psicologia o nella sociologia, quanto nella Parola di Dio.
«Fare discernimento – ha anche aggiunto il Patriarca – non significa ridurre il Vangelo del matrimonio ma, piuttosto, avvicinare con tenerezza e prendere per mano chi vive momenti di fragilità e giungere alla Misericordia di Gesù che – come si esprime l’apostolo Paolo – è verità nella carità (cfr. Ef 4, 15) e carità che si compiace della verità (cfr. 1Cor 13,6)».