Dalla primavera 2024 si camminerà tra i resti della città sepolta, scoprendone i reperti, ma anche le antiche costruzioni. Ci saranno i mosaici conservati, ma anche la casa in cui probabilmente erano collocati. E mentre si passeggerà accanto al basalto della strada originaria si scopriranno i dintorni, ricostruiti con pannelli iconografici e immagini.
Finanziato dal Ministero della cultura con 1 milione e 700mila euro, il parco archeologico di Altino muove ora i primi passi. Sarà un «museo all’aperto», che unirà dunque la parte attualmente contenuta nel Museo archeologico con quella degli scavi, in un unico percorso più fruibile al pubblico, senza siepi né recinzioni, che racconterà la storia di un luogo e del suo paesaggio in tutti i suoi aspetti.
Il progetto è stato presentato nella mattinata di martedì 1° febbraio, presso il Museo stesso, dalla direttrice Marianna Bressan. Sono intervenuti anche il sindaco di Quarto d’Altino, Claudio Grosso, il direttore regionale Musei Veneto, Daniele Ferrara, la soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, Emanuela Carpani, e l’assessore alla Coesione sociale del Comune di Venezia, Simone Venturini.
Intanto, entro febbraio, si inizierà con una campagna di scavi nell’area che poi diverrà parco fruibile a tutti. Sotto la campagna altinate, infatti, si trovano i resti di una città millenaria, prima veneta e poi romana, emporio e crocevia di culture dal VII secolo a.C. al VII secolo d.C.
Lo scavo avverrà nella più promettente tra le due aree archeologiche visitabili, l’area del “quartiere residenziale augusteo”. Obiettivo: intercettare nuove strutture da lasciare a vista per estendere la fruizione attuale degli spazi, con un’attenzione particolare all’accessibilità per persone disabili o non vedenti e alla sperimentazione di nuovi linguaggi, come i video immersivi in 3D.
«Il progetto mira a far comprendere ai visitatori che le aree museali e quelle archeologiche si trovano proprio qui per la presenza di un’antica città sepolta, seppur non visibile» spiega Marianna Bressan: «Perciò racconteremo un “unico mondo” che conterrà storia, arte, paesaggio e territorio e che sarà dunque in grado di mostrare a 360 gradi la storia di questi luoghi. Nel progetto inoltre verrà studiato anche il miglioramento dell’accessibilità per tutti».
Il parco archeologico sarà anche un importante fattore di rilancio per il territorio in chiave turistica: raggiungibile via acqua da Venezia e via terra attraverso un circuito di piste pedonali e ciclabili immerse nella natura, rappresenterà la meta ideale per un turismo lento e sostenibile.